"Sappiamo che sei forte, che reagirai e che saremo presto qui tutti assieme. Forza Nicolò". Stefano Pioli e il Milan, accogliendo l'appello di nonno Giulio, hanno voluto inviare un messaggio a Nicolò Maja, 23 anni, tifoso rossonero e ricoverato in ospedale dopo essere stato aggredito con un trapano dal papà Alessandro Maja, 57 anni. L'uomo, nella notte tra martedì 3 e mercoledì 4 maggio, ha anche ucciso - nella loro villetta di Samarate (Varese) - la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, e la figlia Giulia, 16 anni. Nella giornata di venerdì 13 maggio, Alessandro Maja è stato ascoltato dal gip di Busto Arsizio per l'interrogatorio di garanzia.
Il messaggio del Milan per Nicolò
In questi giorni "La vita in diretta", programma di Rai 1 che si occupa anche all'approfondimento dei casi di cronaca nera, ha dedicato ampio spazio alla strage familiare di Samarate. Ai microfoni di Alberto Matan, è intervenuto anche Giulio Pivetta, suocero di Alessandro Maja. L'anziano, straziato dal dolore per la perdita di figlia e nipote, si è detto preoccupato per le condizioni gravissime di Nicolò, ancora ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Circolo di Varese. Per questo motivo ha deciso di lanciare un appello alle squadre del cuore del 23enne, il Milan e il Palermo. "Vorremo chiedere almeno un audio dai giocatori da fare sentire a Nicolò in ospedale per aiutarlo".
Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha risposto subito all'appello e con tutta la squadra ha voluto inviare un video-messaggio, trasmesso anche dalla trasmissione Rai, al ragazzo ferito gravemente alla testa dal padre. "Ciao Nicolò - ha esordito l'allenatore rossonero - sappiamo che stai passando un momento delicato ma sappiamo anche che sei forte, che reagirai e che saremo presto qui tutti assieme.
Forza Nicolò".
Nicolò unico sopravvissuto alla strage di Samarate
Nicolò è ancora in condizioni critiche e al momento non è in grado di raccontare cosa sia successo, nella notte tra martedì 3 e mercoledì 4 maggio, nella villetta di famiglia in via Torino a Samarate, quando papà Alessandro, prima di aggredirlo, ha ucciso a colpi di martello la sorella minore Giulia e mamma Stefania.
La ragazzina che si trovava nella sua camera da letto, da quanto emerso durante l'autopsia, sarebbe stata sveglia e avrebbe cercato di difendersi dalla furia del padre.
Alessandro Maja, professionista con studio a Milano, è ancora ricoverato in Psichiatria al San Gerardo di Monza, ma è stato comunque ascoltato dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio. Il 57enne, che pur avendo conseguito solo il titolo di geometra si presentava come architetto, ha ammesso le proprie responsabilità. Tuttavia non ha saputo spiegare per quale motivo lo abbia fatto. Come sottolineato dal suo legale, l'avvocato Enrico Milani, Maja ha risposto alle domande in maniera sofferente e con un "forte disagio che ha portato anche a una breve interruzione delle domande".
Alessandro Maja non sa perché ha ucciso
Maja ha poi ricostruito la sera del duplice omicidio. Ha ricordato che, come sempre, aveva cenato con moglie e figli e che poi aveva lavato i piatti. Nel frattempo i ragazzi erano saliti nelle loro camere, mentre la moglie si era addormentata sul divano. Il 57enne, poi, avrebbe iniziato a camminare per la villetta senza riuscire a smettere di pensare al peso dei debiti che lui considerava insopportabile.
Secondo il racconto dell'uomo, il "vagare per la casa" sarebbe terminato intorno alle 4 o alle 5 di mercoledì 4 maggio, quando ha preso un martello e ha ucciso prima la moglie e poi la figlia. Infine ha aggredito Nicolò con un trapano. "Non so spiegare perché sia successo" avrebbe detto. Poi in riferimento alle preoccupazioni economiche ha concluso: "Mi sentivo un fallito, responsabile di non poter garantire lo stesso tenore di vita alla famiglia in futuro".