La Procura di Trieste attende la perizia informatica sui dispositivi in uso a Liliana Resinovich. A rivelarlo è il procuratore capo Antonio De Nicolo: 'È la novità che ci attendiamo". La 63enne, scomparsa da casa il 14 dicembre 2021, è stata ritrovata senza vita il 5 gennaio scorso. Al momento, però, gli inquirenti, almeno formalmente, stanno trattando il caso di Cronaca Nera ancora come un "sequestro di persona". Il titolo del fascicolo aperto in Procura subito dopo la sparizione dell'ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia, infatti, non è mai stato modificato.
Continuano le indagini sulla morte di Liliana Resinovich
La Procura di Trieste, in questi mesi, ha condotto le indagini sulla scomparsa e sulla morte di Liliana Resinovich nel più stretto riserbo. Nelle scorse ore, a margine di un incontro dedicato agli aggiornamenti sul caso, il procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha spiegato che gli inquirenti attendono novità sulla perizia informatica effettuata sui due cellulari, il pc e il tablet che la 63enne - sposata con Sebastiano Visentin, fotografo in pensione - era solita utilizzare.
Qualche settimana fa, Quarto Grado - rompendo il silenzio imposto dagli inquirenti - aveva rivelato il contenuto delle ricerche effettuate sul web da Liliana.
La donna, stando a quanto riferito dal programma, nei mesi precedenti la scomparsa avrebbe digitato su Google domande del tipo: "Come divorziare senza avvocato" e "Quanto tempo serve per avere il divorzio". Ma non solo, avrebbe anche cercato un appartamento, sempre a Trieste, di piccole dimensioni. Il conduttore Gianluigi Nuzzi, inoltre, aveva reso noto che la donna avrebbe avuto circa 1.100 contatti telefonici con l'amico Claudio Sterpin.
L'ex podista 82enne ha più volte affermato che Liliana Resinovich voleva lasciare il marito per trasferirsi da lui.
Si attende anche la perizia medico-legale sul corpo di Liliana
Antonio De Nicolo ha fatto sapere che, per un'indisposizione del consulente incaricato, al momento c'è ancora da attendere la perizia medico-legale.
Le parole del procuratore confermano quanto già aveva anticipato qualche settimane fa l'avvocato Nicodemo Gentile. Il presidente dell'associazione Penelope - che sta curando gli interessi di Sergio, fratello di Liliana - sottolineando che l'indagine è in un certo senso "completa", aveva aggiunto che con l'arrivo degli ultimi esiti sarà necessario "unire tutti i punti".
Liliana Resinovich è stata trovata senza vita, avvolta in due sacchi neri, in un boschetto non lontano dall'ex ospedale psichiatrico San Giovanni, a Trieste. L'autopsia ha stabilito che la 63enne è deceduta per uno scompenso cardiaco acuto. Tuttavia, al momento ancora non si sa che cosa l'abbia provocato e non è possibile escludere né l'omicidio né il suicidio. All'ipotesi del gesto estremo non crederebbero, però, i familiari della donna.