Un medico di 25 anni è stato ricoverato a Padova con sintomatologia compatibile con il Monkeypox MPX: il vaiolo delle scimmie. A renderlo noto è l'Azienda Ospedale Università di Padova, dove il medico sta seguendo un corso di specializzazione. Il primo caso in Italia è stato confermato a maggio.

Le condizioni cliniche del paziente

Il medico ricoverato nel reparto di Malattie Infettive del Policlinico non sarebbe in pericolo di vita. In una nota l'Azienda Ospedale Università di Padova ha comunicato: "È stato ricoverato un giovane paziente con sintomatologia compatibile con il vaiolo delle scimmie, (Monkeypox MPX).

Gli esami di approfondimento hanno poi confermato la diagnosi. Il caso è stato segnalato alle strutture preposte, per l'opportuno tracciamento di eventuali altre positività. Per il momento non verranno rilasciate ulteriori comunicazioni, a tutela del paziente".

Dalle prime indiscrezioni trapelate sembrerebbe che il giovane medico abbia avuto dei contatti con una persona proveniente dalla Spagna.

Secondo caso nel Veneto

Questo è il secondo caso di Vaiolo delle scimmie in Veneto. Lo scorso 24 maggio un paziente è stato sottoposto, mediante la telemedicina, a un consulto medico da remoto da parte della dottoressa e professoressa Evelina Tacconelli, primario del reparto delle Malattie Infettive presso Azienda ospedaliero-universitaria scaligera e docente all’Università di Verona.

Con il sospetto che si potesse trattare di vaiolo delle scimmie, successivamente il paziente è stato visitato in presenza. Come specificato dalla professoressa Tacconelli: "Si è rivolto a noi perché disponiamo di un Centro altamente specializzato per la diagnosi e la cura delle malattie sessualmente trasmesse, il Mistra. Dopo la pre-valutazione in telemedicina abbiamo deciso di sciogliere il dubbio diagnostico con una visita, condotta con le precauzioni del caso.

Così abbiamo diagnosticato il vaiolo delle scimmie".

Il vaiolo delle scimmie

Come precisato dall’Istituto Superiore di Sanità, si tratta di un'infezione zoonotica (trasmessa all'uomo dagli animali), differenziandosi dal vaiolo per la minore gravità e trasmissibilità. La malattia è stata identificata per la prima volta nel 1958: alcuni dei sintomi più comuni sono mal di testa, febbre, stanchezza, piccole croste e pustole, e altre manifestazioni cutanee come le vescicole, dolori muscolari e rigonfiamento dei linfonodi. Generalmente il decorso clinico avviene spontaneamente nel giro di un periodo di tempo che può variare dalle due alle quattro settimane con assoluto riposo e senza ricorrere a terapie particolari.