Continuano da ormai due settimane le proteste in Iran per la morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta dopo un fermo da parte della polizia religiosa, perché non indossava correttamente l'hijab, il velo islamico obbligatorio per legge dal 1981. Si teme anche per la sorte di una giovane donna italiana, la travel blogger trentenne Alessia Piperno, che sarebbe stata arrestata il 28 settembre e oggi è tenuta prigioniera in un carcere iraniano. I genitori, dopo la telefonata in cui la giovane confermava l'arresto e chiedeva aiuto dal carcere, sono stati ricevuti dal Direttore generale per gli italiani all'estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali: la rappresentanza diplomatica italiana a Teheran sta cercando di capire le motivazioni dietro all'arresto.

La strada più rapida per riportare Piperno in Italia sarebbe l'espulsione.

La ragazza, attualmente incarcerata nella prigione di Evin, soggiornava nel paese da luglio, e aveva passato le ultime settimane in un ostello per stranieri della capitale, Teheran, insieme ad alcuni amici. Proprio quell'ostello sarebbe stato tenuto d'occhio dalla polizia iraniana, che lo riteneva un possibile punto di ritrovo di manifestanti o organizzatori delle proteste. Non è ancora chiaro dove, e come, Piperno sia stata arrestata, se in strada, in ostello o durante una manifestazione.

La passione per i viaggi

Da ormai sette anni Alessia Piperno è una viaggiatrice a tempo pieno: una travel blogger, con un profilo Instagram dove condivideva con chiunque la sua passione per i viaggi e l'amore per culture così lontane dalla nostra.

Solo due mesi prima Alessia aveva visitato il Pakistan e progettava di ritornarci solo quando avrebbe ottenuto il visto, che però non era arrivato in tempo e l'aveva costretta a chiedere di rinnovare il permesso di soggiorno in Iran.

Negli ultimi sette anni Piperno aveva vissuto e visitato Pakistan, Marocco, Honduras, Australia ed El Salvador, raccontandoli ai suoi 12mila follower e organizzando alcuni viaggi. Negli ultimi mesi aveva vissuto in Iran, dove aveva raccontato le bellezze locali ma anche le proteste degli iraniani e delle iraniane, schierandosi dalla loro parte.