“Non credo alla versione di mia moglie”. Il marito della 32enne accusata di aver ucciso la suocera di 61 anni a Pietraperzia, in provincia di Enna, non è per nulla convinto dalla linea difensiva adottata dalla donna: “Escludo categoricamente che mia madre abbia mai potuto aggredirla”, ha aggiunto, spiegando di voler chiedere il divorzio, l'affidamento dei figli e la costituzione come parte civile in processo.

La donna, mamma di due bambini, è stata fermata nella serata sabato 4 febbraio perché ritenuta responsabile del delitto avvenuto quel pomeriggio.

Nei momenti successivi alla morte della madre, l’uomo aveva difeso con fermezza la moglie, spiegando come la presunta assassina soffrisse da tempo di depressione e aggiungendo di amarla ancora. Poi, però, col passare dei giorni queste convinzioni sono venute meno in lui.

La ricostruzione del delitto

Secondo le prime ricostruzioni del caso di cronaca effettuate dagli inquirenti, alla base del gesto ci sarebbe stato l’invito a casa da parte della suocera alla 32enne, per bere insieme un caffè, nonostante i rapporti tra le due fossero pessimi da molto tempo. Dopo pochi minuti si sarebbe accesa l’ennesima discussione, subito degenerata fino al punto in cui la nuora avrebbe impugnato un paio di forbici per aggredire l’anziana: un fendente alla gola sarebbe stato fatale per la 61enne.

Sentita dai carabinieri, la donna avrebbe raccontato di essersi dovuta difendere dalla suocera, che l’avrebbe assalita per prima con un coltello. Anche il legale dell’accusata, Salvatore Timpanaro, ha confermato l’intenzione di seguire la linea della legittima difesa, sottolineando come la sua assistita sia stata sin dall’inizio collaborativa, rispondendo a tutte le domande dell’interrogatorio al quale è stata sottoposta.

Le parole della donna accusata del delitto contro la suocera e la versione del marito

Davanti ai militari dell’Arma, la donna avrebbe ammesso di non sopportare più la suocera da tempo. Inoltre avrebbe spiegato che la 61enne si occupava da tempo dei figli della coppia, arrivando anche a vigilare sui suoi comportamenti, su espressa richiesta del figlio.

La situazione familiare non era tranquilla da tempo, visto che già nel 2018 il cognato della 32enne era stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio dopo aver sparato alcuni colpi di pistola contro il fratello, perché quest’ultimo avrebbe picchiato la moglie incinta.

Il marito della 32enne ha voluto chiarire agli inquirenti il perché avesse chiesto alla madre di accudire i nipoti: la donna accusata del delitto, pur soffrendo da tempo di depressione, si sarebbe rifiutata di assumere i farmaci necessari. Quindi, temendo che potesse far loro del male, aveva deciso di non lasciare mai i figli soli con lei. Inoltre l’uomo ha aggiunto di aver fatto tutto il possibile per aiutare la moglie, quando – circa un anno e mezzo fa – si sono manifestati i primi segni della malattia.