La Romania nella giornata di questo lunedì 13 febbraio alle ore 15:58 italiane (le 16:58 secondo l'orario locale) è stata colpita da una forte scossa di terremoto, con epicentro vicino alla città di Targu Jiu (provincia di Gorj, nell'ovest del paese). Con una magnitudo di 5.2 sulla scala Richter e una profondità ipocentrale di 15 km, il sisma non avrebbe causato danni a cose e persone.

Il terremoto in Romania di lunedì 13 febbraio

La scossa sismica di magnitudo 5,2 della scala Richter che ha colpito la zona attorno a Targu Jiu (città di 82.000 abitanti, situata nella provincia rumena di Gorj, la quale ha circa 380.000 abitanti) si è prodotta a 15 chilometri di profondità ed è stata seguita da un'altra scossa di assestamento meno forte (3,0 gradi) circa 20 minuti più tardi.

La protezione civile locale e i pompieri della zona hanno fatto sapere che al momento non si registrano vittime e danni materiali.

La 'storia sismica' della Romania: tre forti terremoti fra gli anni Settanta e Novanta

La Romania ha vissuto diversi terremoti distruttivi nella sua storia moderna. Il Terremoto più forte registrato nel paese è stato quello del 4 marzo 1977 con magnitudo 7.4 che causò la morte di quasi 2000 persone tra Romania, Bulgaria e Moldavia.

Altri due sismi forti sono stati quello del 30 agosto 1986 con magnitudo 7.1 e poi quello del 30 maggio 1990 con magnitudo 6.9, i quali causarono rispettivamente quasi 200 e 14 vittime.

La sismicità della Romania

Dal punto di vista geologico, la Romania non presenta una situazione di sismicità peggiore rispetto a Paesi come Italia, Grecia o Portogallo.

In confronto a quest'ultimi, però, il paese è costituito da edifici in condizioni mediamente peggiori.

In particolare Bucarest è considerata la capitale europea con il più alto livello di pericolosità sismica. Questo è quanto evidenziato dal report di EU Horizon divulgati alcuni anni fa. Vari edifici della capitale sono risalenti all'epoca antecedente alla Seconda Guerra Mondiale oppure sono stati costruiti durante il regime di Ceausescu, ossia in un'epoca in cui le normative erano diverse rispetto a quelle attuali.

Secondo l’Associazione romena no profit per la riduzione del rischio sismico, RiRise: "A Bucarest si contano circa 6000 appartamenti esposti a rischio imminente, a cui si aggiungono spazi comuni, come aree commerciali, ristoranti, bar, spazi di lavoro e uffici".