Dopo quasi 20 anni dall'omicidio di sua cugina di secondo grado, Giusy Potenza, e l'abbandono del cadavere sugli scogli, il cugino della vittima, Giovanni Potenza, ha chiesto perdono per il delitto. Lo ha fatto dal carcere in cui è detenuto: fu lui a uccidere la ragazza la sera del 12 novembre 2004 a Manfredonia (Foggia).
L'uomo al momento sta scontando una condanna a 30 anni di reclusione; Giusy aveva appena 14 anni quando venne uccisa. Giovanni oggi è un uomo di 46 anni e ha deciso di chiedere perdono alla famiglia della vittima. È stato l'avvocato della famiglia di Giusy, Innocenza Storace, a darne notizia.
Il nonno materno di Giusy, proprio tramite il suo legale, ha fatto sapere di essere disposto "a perdonare l'assassino di sua nipote solo se rivelasse chi sono i suoi complici". Lo stesso avvocato Storace crede infatti che altre persone possano avere avuto un ruolo nell'omicidio della ragazza. Secondo il legale, sebbene dal punto di vista giudiziario il tutto si sia concluso con una condanna per Giovanni Potenza, diversi elementi emersi all'epoca dei fatti lascerebbero intendere la partecipazione di altri individui.
Giusy Potenza: il cugino è in carcere dal 2004
Quello di Giusy Potenza è un fatto di cronaca nera avvenuto nel 2004: Giovanni è detenuto in carcere dopo aver confessato di avere ucciso, sfigurato e abbandonato la cugina su una scogliera.
Il 12 novembre 2004 Giusy uscì di casa senza fare più ritorno dai suoi cari. Il giorno seguente la famiglia della 14enne sporse denuncia e il suo corpo venne rinvenuto alcune ore dopo.
Giovanni confessò di avere avuto una presunta relazione segreta con la cugina e che quel giorno avevano scelto le campagne di Manfredonia come luogo in cui appartarsi.
Secondo le dichiarazioni di Giovanni, Giusy gli avrebbe chiesto di lasciare moglie e figli (Giovanni infatti era già sposato) ma in seguito al rifiuto dell'uomo, la ragazza sarebbe uscita dall'auto in cui si trovava assieme a lui, cadendo per errore dalla scogliera. L'uomo avrebbe cercato di soccorrere e rianimare la cugina.
Una volta soccorsa, Giusy, sempre secondo la versione di Giovanni, avrebbe minacciato più di una volta l'uomo, precisando che avrebbe reso nota la loro relazione clandestina. Giovanni, a quel punto, avrebbe afferrato una pietra e avrebbe colpito la cugina fino a ucciderla. Quella di Potenza fu una versione non accettata dai genitori della ragazza. L'ipotesi della caduta accidentale venne inoltre smentita da opportuni accertamenti da parte degli inquirenti: secondo il parere dell'avvocato Storace, Giusy venne invece uccisa in seguito a un tentativo di stupro.