Gli ambientalisti del gruppo Ultima generazione arrivano anche al Giro d’Italia. Nei chilometri conclusivi della dodicesima tappa della manifestazione, che si è corsa il 18 maggio tra Bra e Rivoli in Piemonte, alcuni manifestanti contro il cambiamento climatico hanno tentato di fermare la gara, sdraiandosi per terra, lungo la strada. Tuttavia il boicottaggio non è riuscito: i ciclisti sono riusciti a transitare sul percorso dove si stava svolgendo la protesta, volta a riportare l’attenzione del pubblico sugli sconvolgimenti atmosferici, secondo i manifestanti alla base anche delle recenti catastrofi ambientali che hanno colpito l’Emilia-Romagna.

Alla fine la tappa è stata vinta in volata dal tedesco Nico Denz, senza alcun inconveniente per i corridori.

La protesta degli attivisti al Giro d’Italia si è svolta nel corso della dodicesima tappa

Quando ormai la dodicesima tappa del Giro volgeva al termine, tre ragazzi muniti di cartelli contro l’utilizzo del carbon fossile si sono sdraiati sull’asfalto, senza che gli addetti della corsa riuscissero a spostarli in tempo, perché i primi corridori ormai stavano per raggiungere il punto della protesta a tutta velocità. Tuttavia il boicottaggio non è riuscito: infatti in quel momento alla guida della gara erano solamente in tre. I manifestanti si sono trovati davanti Denz, Skujins e Berwick, che erano impegnati in una fuga.

I tre ciclisti non hanno avuto problemi a passare a fianco dei tre ragazzi sdraiati, riuscendo a proseguire la corsa senza accusare nessuna difficoltà.

A quel punto i responsabili della sicurezza sono intervenuti per liberare la strada prima che il resto della carovana arrivasse. Secondo gli attivisti, che hanno protestato per il trattamento ricevuto, questi uomini avrebbero agito con metodi poco ortodossi per farli sloggiare.

Per un errore di tempistica i manifestanti non sono riusciti a rallentare la tappa del Giro

L’intento dei tre manifestanti era quello di bloccare o comunque rallentare la tappa del Giro. Tuttavia non avevano considerato che alla testa della corsa c’erano solo tre corridori, mentre il gruppo di inseguitori, formato da una cinquantina di ciclisti compresa la maglia rosa, era staccato di otto minuti.

Se i militanti avessero aspettato a sdraiarsi sull’asfalto, un numero così alto di atleti sarebbe stato sicuramente rallentato da una simile protesta, che avrebbe potuto anche provocare incidenti e cadute. Invece gli addetti alla sicurezza hanno avuto tutto il tempo per riportare l’ordine e liberare la strada, che era completamente percorribile quando la carovana più numerosa è transitata.

C’è il timore che nuove proteste possano ripetersi durante le altre tappe del Giro d’Italia

Adesso gli organizzatori della gara temono che situazioni simili possano verificarsi nei prossimi giorni, in particolare durante le tappe alpine del Giro d’Italia. Da qualche tempo gli attivisti hanno preso di mira anche diverse manifestazioni sportive, come le gare di Formula E.

Inoltre gli appassionati di ciclismo ricordano bene come già l’anno scorso, durante il Tour de France, si siano svolte diverse proteste volte a boicottare lo svolgimento della corsa.

In un comunicato i militanti di Ultima generazione si sono scusati con tutti gli sportivi per quanto accaduto, ma hanno spiegato che proteste simili saranno utili anche per tutelare lo sport in futuro, perché le catastrofi ambientali potrebbero rendere impossibile lo svolgimento di manifestazioni come il Giro d’Italia.