Alessandro Maja geometra 57enne che si millantava architetto, soffrirebbe di un disturbo di personalità che, però, non avrebbe alterato la sua capacità d'intendere e di volere mentre uccideva moglie e figlia 16enne e riduceva in fin di vita il primogenito. Questo, in estrema sintesi, è quanto riferito nella propria relazione dal professor Marco Lagazzi, chiamato a delineare dai giudici di Busto Arsizio il profilo dell'imputato e a stabilire la sua eventuale "capacità di stare in giudizio". Il fatto di cronaca nera si è consumato nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2022 in una villetta di via Torino, a Samarate, comune in provincia di Varese poco distante dall'aeroporto di Malpensa.

Alessandro Maja capace d'intendere e di volere al momento della strage

Alessandro Maja, attualmente detenuto nel carcere di Monza - secondo quando emerso dalla perizia di 50 pagine depositata dal consulente nominato dalla Corte d’Assise del tribunale di Busto Arsizio - era sano di mente al momento di quella che è stata soprannominata la "strage di Samarate".

L'uomo, infatti, è stato giudicato in possesso delle sue facoltà mentali, e nonostante sarebbe stato ravvisato in lui un disturbo della personalità non sarebbe affetto da alcuna patologia psichiatrica tale da viziare la sua capacità d'intendere e di volere. Stando al giudizio del dottor Marco Lagazzi, Maja, non solo sarebbe stato lucido, ma avrebbe anche pianificato il pluri-omicidio.

La perizia, al momento, è al vaglio del consulente tecnico della difesa del professionista, difeso dall’avvocato Gino Colombo, che verrà ascoltato nel corso dell'udienza in programma per venerdì 19 maggio.

Alessandro Maja potrebbe aver ucciso per motivi economici

Il legale di Alessandro Maja, sottolineando che il perito della Corte d'Assise ha depositato la consulenza fuori dai tempi previsti, ha spiegato che sta attendendo che il suo consulente ultimi la lettura degli atti in modo da poter stilare a sua volta una relazione, possibilmente in tempo utile per affrontare l'udienza della prossima settimana.

Maja, ricordiamo, nella notte tra il 3 ed il 4 maggio 2022, avrebbe aggredito a martellate la moglie Stefania Pivetta, sua coetanea ed i figli Giulia, 16 anni e Niccolò, all'epoca dei fatti 23enne. Il giovane, unico sopravvissuto alla furia omicida, trascorse un lungo periodo in Rianimazione e sta tutt'ora affrontando un impegnativo percorso di riabilitazione.

Forse, l'uomo, voleva porre fine anche alla propria vita, mai in realtà, dopo la mattanza si procurò semplicemente delle ferite superficiali.

Sebbene ancora non vi siano certezze, è stato ipotizzato che il geometra 57enne possa aver deciso di sterminare la propria famiglia per motivi economici: avrebbe temuto di non poter più garantire ai propri cari lo stesso elevato tenore di vita.

Pochi giorni fa, in occasione del primo anniversario della strage, Giulio Pivetta, padre e nonno delle vittime, parlando del genero ed invocando giustizia, soprattutto per Niccolò, ha dichiarato: "Non può essere considerato pazzo".