La perizia medico legale affidata alla dottoressa Cristina Catteneo potrebbe rappresentare la "chiave di volta" per far luce sulla scomparsa e sulla morte di Liliana Resinovich, ex dipendente della Regione Friuli Venezia Giulia 63enne ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste. L'antropologa forense - che in passato ha seguito diversi ed importanti casi di cronaca nera - cercherà di far luce su alcuni punti chiave. In particolar modo, dovrebbe stabilire con maggior precisione la data della morte e spiegare la presenza delle lesioni rinvenute sul corpo della donna.
Nuova perizia sul corpo di Liliana Resinovich
Dopo diversi mesi d'indagine, a febbraio 2023, il procuratore di Trieste Antonio De Nicolo aveva chiesto l'archiviazione del caso sostenendo che Liliana Resinovich si fosse suicidata. Sebastiano Visentin e Sergio Resinovich, rispettivamente marito e fratello della vittima, tuttavia, rigettando fermamente l'ipotesi del gesto estremo, si erano opposti, richiedendo ulteriori indagini. Accogliendo la loro istanza, lo scorso giugno, il Gip, aveva poi ordinato nuovi accertamenti e affidato all'antropologa forense Cristina Cattaneo, che negli anni scorsi ha seguito anche il caso di Yara Gambirasio, una nuova super-perizia sul corpo della 63enne.
I nuovi accertamenti - che dovrebbero concludersi entro il mese di dicembre 2023 - potrebbero far chiarezza una volta per tutte sulla morte di Liliana Resinovich, in quanto si focalizzerebbero su alcuni punti chiave, non adeguatamente approfonditi dai periti della procura.
In particolare, la dottoressa Cattaneo dovrebbe datare con precisione la morte della donna, chiarendo così se Liliana sia deceduta - come stabilito dall'esame autoptico - pochi giorni prima del ritrovamento o proprio il giorno della scomparsa.
La scomparsa di Liliana Resinovich
Liliana Resinovich, come ricostruito dagli inquirenti, ha lasciato la casa che divideva con il marito Sebastiano nella prima mattinata di martedì 14 dicembre 2021, dopo aver fatto colazione e svolto qualche faccenda domestica.
Alcune settimane più tardi, il 5 gennaio 2022, il suo corpo senza vita è stato rinvenuto, in posizione fetale, avvolto in due sacchi di nylon neri, nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni, non lontano dalla sua abitazione. I periti incaricati dalla procura, nella loro relazione, parlarono di "morte asfittica tipo spazio confinato (plastic bag suffocation)".
Al momento del ritrovamento, il medico legale, come ricordato dai familiari di Liliana attraverso l'avvocato Nicodemo Gentile, ha fatto riferimento ad un altro particolare oggetto d'analisi della dottoressa Cattaneo, un orologio di colore rosa, rinvenuto "fermo, normoindossato ed integro al polso sinistro". Tuttavia, come testimoniato anche da diverse fotografie, Liliana Resinovich sarebbe stata solita indossarlo sul polso destro.
Il legale, già presidente dell'associazione no profit Penelope, ha anche notato che, durante quelle prime battute d'indagine, non sarebbe stata rilevata la temperatura cadaverica, considerata dagli addetti ai lavori "il primo elemento da cui muovere in un’indagine tanatocronologica”.
I segni rinvenuti sul corpo di Liliana Resinovich
La dottoressa Cristina Cattaneo, da quanto si evince, riserverà particolare attenzione anche a diversi segni notati sul corpo di Liliana Resinovich e concentrati, in particolar modo sul capo, sul volto e sulla mano destra.
Sempre secondo l'avvocato Gentile quelle lesioni sarebbero state provocate, indubbiamente, da un corpo contundente e non - come ipotizzato durante il primo esame autoptico - da un urto o da un caduta. Si tratterebbe, a suo dire, di lesioni vitali prodotte in epoca coeva al decesso. In proposito, il legale della famiglia Resinovich, ha aggiunto: "Niente a che vedere con la presenza, sul capo di Liliana, dei sacchetti di plastica”.