"Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia": così i genitori di Filippo Turetta, il giovane 22enne arrestato dalla polizia tedesca in fuga dopo aver aggredito e con ogni probabilità assassinato Giulia Cecchettin, l'ex fidanzata ormai prossima alla laurea. Nel corso dell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, i due hanno raccontato il proprio dolore dicendosi sgomenti per certi epiteti arrivati dall'esterno a loro carico. Turetta si trova ancora in Germania in attesa dell'estradizione in Italia.

Le parole dei coniugi Turetta

"Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia.

Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto - hanno dichiarato i due - Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio. Anzi, parlavamo spesso in casa di questi temi, soprattutto quando i ragazzi partecipavano agli eventi organizzati dalla scuola. Ora, non sappiamo davvero darci una spiegazione".

Il cambiamento dopo la rottura con Giulia Cecchettin

Il padre di Turetta ha proseguito affermando che sia lui che la moglie si erano accorti dello stato d'animo del figlio piuttosto rattristato dopo la separazione dalla vittima: "Sì, soffriva. Ma continuavano a vedersi.

I ragazzi a quell’età si lasciano, si mettono assieme. Lui, negli ultimi tempi, sembrava tranquillo. In questi giorni mi hanno detto che dovevo preoccuparmi se quando andava a letto abbracciava l’orsacchiotto pensando a Giulia. Io davvero non ho dato peso a questa cosa. Avrei dovuto?".

E sull'ipotesi che il tutto fosse premeditato ha poi dichiarato: "Mi sembra impossibile.

Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare. Non so darmi una risposta" e ancora: "Perchè l'ha assassinata? Secondo noi, ripeto, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione".

Cosa rischia Turetta

Al momento Filippo Turetta non rischierebbe l'ergastolo. I capi d'imputazione del 22enne sono ad oggi di omicidio volontario aggravato per aver commesso il fatto nei confronti di un individuo con il quale ha avuto un legame affettivo e sequestro di persona.

La pena prevede dai 24 ai 30 anni, ma richiedendo il rito abbreviato si andrebbe dai 16 ai 20 anni di carcere.

L'ipotesi dell'ergastolo scatterebbe nel caso dovessero invece essere contestate in aggiunta le aggravanti della premeditazione e della crudeltà.