I militari della squadra operativa della Compagnia Carabinieri di Bobbio (provincia di Piacenza) hanno messo a segno un'operazione di contrasto alla produzione e distribuzione di sostanze stupefacenti, portando al sequestro di oltre mille piante di marijuana. L'intervento è avvenuto in un'area boschiva della Valnure, sulle pendici del monte Armano.
L'individuazione della 'coltivazione nascosta'
La piantagione, abilmente occultata, si estendeva su due porzioni di terreno contigue, per un'area complessiva di circa 1.780 metri quadrati (1.600 mq la prima e 180 mq la seconda).
La sua posizione, isolata e impervia, era stata scelta con cura dai responsabili per limitare la visibilità e l'accesso, elementi che avrebbero dovuto garantire la crescita indisturbata della coltivazione illegale.
L'individuazione della coltivazione non è stata casuale, ma è il risultato di una strategia investigativa. Nelle settimane precedenti, i carabinieri avevano intensificato i controlli e i pattugliamenti nella zona montana, un'area spesso difficile da monitorare con continuità. L'accelerazione decisiva è arrivata, tuttavia, grazie alla collaborazione dei cittadini.
Una segnalazione attenta e puntuale da parte di alcuni residenti, preoccupati da movimenti sospetti, ha indirizzato i militari verso l'area.
Questo ha permesso di avviare accertamenti specifici, che hanno portato alla mappatura dell’intera zona e all'individuazione esatta del sito del fatto di cronaca.
Sequestrate 1.098 piante e 'materiale per la cura'
Una volta localizzata la piantagione, i carabinieri della Compagnia di Bobbio hanno proceduto al monitoraggio dell’area. Successivamente, è scattato il blitz che ha portato al sequestro di 1.098 piantine di marijuana, tutte in diverse fasi di crescita e di varie dimensioni. Il potenziale economico della sostanza stupefacente sequestrata è ingente e avrebbe fruttato somme considerevoli sul mercato illegale.
L'operazione ha anche permesso di sequestrare un vasto assortimento di materiale utilizzato per la gestione e la cura della coltivazione.
Tra gli oggetti rinvenuti, figurano diversi attrezzi agricoli, contenitori e altro materiale specifico per la coltivazione di piante.
Il ritrovamento più significativo, dal punto di vista logistico, è stato un sofisticato sistema di irrigazione. Questo impianto, installato ad arte, attingeva acqua da un vicino torrente locale, garantendo l'irrigazione delle piante in maniera continuativa e automatica, un dettaglio che testimonia la cura e l'organizzazione dei responsabili del traffico.
La 'distruzione sul posto' dopo il campionamento
L'intero intervento si è svolto in sicurezza, senza che i militari incorressero in situazioni di pericolo o resistenze. La celerità dell'azione ha permesso di cristallizzare la situazione e di raccogliere tutte le prove necessarie.
Dopo il sequestro, è stata eseguita una prima e indispensabile fase di campionamento. Sono stati prelevati campioni delle piante e del materiale per le successive analisi chimico-biologiche, disposte dall'Autorità Giudiziaria competente.
Una volta completato il campionamento probatorio, per ragioni di sicurezza e praticità legate al vasto quantitativo, le piante e il materiale agricolo rinvenuto sono stati distrutti direttamente sul posto. La distruzione è avvenuta tramite incenerimento, annullando definitivamente la possibilità che la sostanza potesse essere immessa nel circuito dello spaccio. Le indagini da parte dei carabinieri proseguono ora per risalire all'identità dei responsabili della piantagione e del traffico.