Sempre più era di globalizzazione, più che mai dal 2018 e soprattutto nel settore gastronomico italiano, paese della pizza, della pasta, del caffè espresso e dal prossimo anno anche degli insetti inseriti tra gli ingredienti autorizzati dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
Dove eravamo rimasti
L'ultima modifica in tema di 'Novel food' in campo europeo è piuttosto datata e risale al 1997, quando attraverso il Regolamento 258 si faceva ricadere sotto tale definizione 'quei prodotti e sostanze alimentari per i quali non è dimostrabile un consumo “significativo” al 15 maggio 1997 all’interno dell’Unione Europea e che non hanno fatto emergere effetti sfavorevoli'.
Dall'ultimo Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, svolto a Cernobbio venerdì 20 e sabato 21 ottobre scorsi, novità importanti sono state rese note al grande pubblico. La manifestazione ha messo in risalto il cambiamento radicale delle abitudini nostrane nel campo della ristorazione, soprattutto con l'avvento del food sharing e della ristorazione “digitale”, ma le novità più eclatanti arrivano proprio dai novel food, categoria entro la quale sono stati fatti rientrare alcuni tipi di insetti.
Un iter lungo e complesso
In Italia l'autorità che ha la responsabilità di proporre la possibilità di aggiungere o meno un ingrediente nella lista europea dei novel food è il Ministero della Sanità, il quale deve poi presentare la richiesta alla commissione UE tramite una relazione di valutazione iniziale.
Le ultime modifiche al regolamento sopracitato hanno snellito notevolmente l'iter dando direttamente alla EFSA l'incombenza di vagliare le proposte e dare o meno il consenso alla variazione delle liste degli ingredienti accettati.
Gli insetti sono così stati considerati nuovi alimenti ma anche prodotto tradizionale di Paesi terzi i quali hanno presentato la richiesta originale di inclusione.
Nel corso della manifestazione ha fatto il suo rituale intervento il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo che non si è espresso sul buongusto proveniente prevalentemente dall'estremo oriente ma ha posto l'accento su alcuni interrogativi relativi all'aspetto sanitario e salutistico facendo comunque notare che i nuovi ingredienti provengono da Paesi extra europei ai primi posti ormai da anni per numero di allarmi alimentari.
Italiani, popolo di buongustai
Nonostante la dieta mediterranea sia un vanto del Bel Paese, gli italiani non si sono mai mostrati troppo ostili alle novità accogliendo di buon grado la cucina straniera. Il boom di ristoranti cinesi, giapponesi, brasiliani, messicani e chi più ne ha più ne metta, nonché l'apertura alle varie commistioni con la nascita dei ristoranti “fusion” fa degli italiani certamente delle buone forchette. Di fronte a una modifica così estrema però non è facile mostrare una apertura totale. È così che ben il 54% degli italiani, secondo un'indagine proprio di Coldiretti, si è detta assolutamente contraria a questa novità a fronte di un esiguo 16% temerario e pronto a provare.
Il restante 30% non ha voluto rispondere o si è detto indifferente alla questione.
Da leccarsi i baffi
Già pronte centinaia di ricette pronte a sferrare l'attacco alla tradizione italiana. Dagli aperitivi a base di scorpioni dorati cinesi o neri thailandesi alle tarantole arrostite del Laos, dal baco da seta all'americana alle farfalle delle palme della Guyana francese fino ad arrivare alla pasta, immancabile ma prodotta, ad esempio, con farina di grilli o di larve. Cina e Thailandia che la fanno da padroni nel lancio di numerose possibilità culinarie, ma alcune ricette arrivano anche da paesi decisamente inaspettati come Stati Uniti e Belgio.
In tutto dovrebbero essere circa duemila le specie di insetti inseriti nella lista dei nuovi alimenti, ed a fronte delle usanze gastronomiche personali è addirittura la FAO, l'Agenzia ONU per l'Alimentazione e l'Agricoltura, a schierarsi a favore di queste nuove implementazioni gastronomiche.
Se è vero che nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i nove miliardi di individui è anche vero che le risorse alimentari non saranno adeguate alle necessità di tutti e l'introduzione già da oggi di queste novità potrebbero venire incontro alle necessità future.
Il gusto non si discute, indubbiamente, ma dal primo gennaio 2018 se doveste trovarvi a cenare in un ristorante, non chiamate il cameriere se c'è una mosca nella vostra zuppa, potrebbe aggiungervela sul conto.