Il 27 marzo uscirà nelle sale italiane il film "Lovelace" dei due registi premio Oscar Rob Epstein e Jeffrey Friedman con Amanda Seyfried, Peter Sarsgaard, Adam Brody, Sharon Stone e James Franco. Nella pellicola Amanda Seyfried (la star del musical Mamma Mia!) interpreta Linda Lovelace, pseudonimo di Linda Susan Boreman. Sharon Stone e Robert Patrick interpretano i genitori e James Franco sarà Hugh Hefner, il re delle conigliette di Playboy.

Nel 1972, prima dell'avvento di Internet, "Gola Profonda" fu un fenomeno, il primo film a luci rosse pensato per il grande schermo, che portò al cinema donne, coppie, casalinghe, madri di famiglia fu di fatto il primo mainstream a luci rosse, incassò oltre un milione di dollari, con una vera e propria trama ed una sconosciuta come protagonista, Linda Lovelace.

Nel tentativo di fuggire da una famiglia severa, religiosa e bigotta, Linda scopre la libertà fuggendo e poi sposando Chuck Traynor, di cui ignorava il lavoro, sconvolgendole la vita e introducendola nel mondo a luci rosse, sotto lo pseudonimo di Linda Lovelace e diventando una celebrità a livello internazionale, Linda divenne un'inconsapevole portavoce della libertà sessuale senza freni.

Ma dietro l'icona a luci rosse si celava il dramma di una donna, di una moglie maltrattata e picchiata dal marito e costretta a prostituirsi difronte alla macchina da presa per rimediare ai debiti del consorte e solo anni dopo racconterà, in una biografia, il suo dramma e si schiererà pubblicamente a fianco delle femministe contro il mercato a luci rosse.

Linda dopo vari tentativi riuscì a fuggire dal marito sfruttatore, rifarsi una vita, riavvicinarsi alla famiglia e combattere al fianco delle femministe.

Morì in un incidente d'auto nel 2002 a 53 anni. Il film ha l' obbiettivo di farci conoscere Linda non solo come una star ma come donna, una donna che innestò una vera e propria rivoluzione sessuale e che la sua storia è un piccolo pezzo di storia americana; in un intervista confessò : "in tutta la mia vita ho trascorso solo 17 giorni nell'industria a luci rosse, non voglio essere ricordata per quello", nel tentativo di cancellare il film che nel 1972 la rese celebre.