Diego Della Valle intervistato da Alfonso Signorini e Giorgio Mulè ad Ancona nell'ambito della manifestazione Panorama d'Italia.

Una intervista degna di interesse quella che Panorama, nell'ambito della manifestazione Panorama d'Italia svoltasi ad Ancona dal 4 al 7 giugno, ha rivolto all'industriale Diego Della Valle. Come sempre quel bon ton e quella naturalezza di chi da una calzatura-guanto realizzata dal padre ha saputo ricavare un impero. Una intervista curiosa che ha saputo toccare tanti punti caldi e condotta da Alfonso Signorini (Direttore di CHI) e da Giorgio Mulè (Direttore di Panorama) .

Alla domanda 'Da quale viaggio è di ritorno?' la risposta molto semplice- Vengo dalla Cina- , e 'cosa pensano i cinesi dell'Italia' la risposta è un po' come quella che ci aspettavamo- Cosa vuoi, per loro l'Italia è quella che racconta la cronaca-. Ma vedono nell'Italia un paese in cui investire ancora? E gli industriali cosa pensano? 'Ma a livello internazionale è più facile pensare alla Nigeria più che l'Italia come Paese in cui investire' .

Giorgio Mulè gli chiede quale sia la storia dietro la scritta Tod's, e aggiunge ' io conosco circa cinque storie intorno al marchio TOD'S, ma qual è quella vera? Lui sempre con calma risponde-Ma quelle sono le iniziali del cognome di mia madre! e da lì parte a raccontare la storia della sua fortuna, con un padre che aveva una fabbrica, alla scarpa che incontra durante un viaggio in Portogallo e che lo colpisce per la sua morbidezza.

La scarpa era di provenienza americana. E ancora i tentativi fatti col suo uomo, consulente di marketing , dentro un ufficio di Casette d'Ete grande quanto la poltrona sulla quale è seduto ora durante l'intervista , per trovare un nome che potesse essere orecchiabile in tutte le lingue del mondo. Ed ecco così è nato 'TOD'S'.

Poi le domande si portano sul calcio e su Prandelli, ed anche lì qualche ricordo interessante e una affermazione, 'una squadra è un modo per tenere viva la comunicazione con la gente'.

Dal pubblico il proprietario di una nota galleria d'Ancona gli chiede, sapendo quale sia per l'industriale l'amore per l'arte, quali siano gli artisti che preferisce.

Lui con nonchalance pronuncia nomi come Fontana, Boetti, Schifano, Warhol, dimostrando di prediligere i moderni e per ultimo una domanda che non poteva mancare.' E ora che ha fatto tanto, cosa prevede di fare ancora? Lui sempre con spontaneità risponde, 'troverò il tempo per andare a Portonovo e farmi qualche bel bagno' ma poi aggiunge 'ma alla lunga continuo a credere a queste tre parole 'Dignità, dovere e divertimento'e con l'affermazione di queste tre d, suoi veri punti di riferimento, lascia un po' tutti contenti.