La spada nella roccia è, da sempre, una delle leggende più conosciute e amate dalle persone. Legata al mito di Re Artù, colui che, predestinato ad estrarla, avrebbe regnato con saggezza a Camelot, oggi la mitica arma si può ammirare in Italia, precisamente in Toscana, e la sua storia non riguarda il leggendario monarca britannico, ma un cavaliere toscano, Galgano Guidotti, che scelse di darsi alla vita monastica, diventando anche santo della Chiesa cattolica. Bisogna recarsi all'Abbazia cistercense di Chiusdino, in provincia di Siena, per vedere da vicino l'arma realmente conficcata all'interno di una roccia proprio dal santo toscano.

La storia della spada nella roccia "italiana"

La mitica arma, secondo quanto narra la storia, venne infissa all'interno della roccia proprio da San Galgano intorno al 1180, nell'Eremo di Montesiepi. Questo è l'unico ma significativo miracolo attribuito al cavaliere che decise di dedicarsi alla vita monastica. A prima vista, la storia della spada di Galgano sembra molto a simile a quella di Re Artù ma, in realtà, c'è una differenza profonda. Infatti, mentre il giovane Artù fu l'unico ad estrarre l'arma dalla roccia, diventando così re di Camelot, il santo italiano, invece, è stato l'unico a conficcarla all'interno della roccia, nella quale ancora si trova.

All'inizio del '900 era possibile estrarre la spada dalla dura pietra, come mai?

Gli studiosi ritengono che la lama sia stata spezzata, probabilmente da qualcuno che non sopportava l'idea che potesse trovarsi intrappolata all'interno di una roccia. In un secondo momento, per evitare ulteriori sfregi, l'hanno bloccata con del piombo fuso, ma ugualmente negli anni Sessanta e nel 1991, dei vandali forzarono e danneggiarono la reliquia.

Per evitare ulteriori attentati all'integrità della spada, oggi questa si trova all'interno di una cupola in plexiglass. I ricercatori, ad oggi, ancora non riescono a spiegare come abbia fatto San Galgano ad incastrarla nella pietra, dato che dagli esami scientifici è emerso come la roccia non abbia alcuna parte vuota o cava, eppure l'arma vi si trova conficcata di netto e in modo perfetto.

Galgano, il cavaliere destinato a diventare santo

Le vere origini di Galgano erano nobili e, dopo una vita dedita alla guerra e alla lussuria, decise di convertirsi al cristianesimo. La madre, una notte, sognò San Michele Arcangelo che le disse di vestire il figlio da Cavaliere, perché in questo modo sarebbe stato molto vicino a Dio. Senza alcuna esitazione, la donna seguì il consiglio del santo e, in un certo senso, favorì la devozione di Galgano per San Michele e il suo avvicinamento alla fede. Come la madre, anche a lui apparve San Michele che gli indicò una strada che giungeva nei pressi di un fiume. Siccome non si poteva superare facilmente, l'uomo notò che c'era un mulino, simbolo del continuo mutare dei fatti terreni, e quando lo oltrepassò si ritrovò in un fantastico campo fiorito.

Era giunto a Montesiepi. Quando si svegliò dal suo sogno mistico, Galgano si mise alla ricerca di quel luogo e, una volta trovato, non avendo con sé una croce per benedirlo, prese la sua spada e con un unico, semplice gesto, la conficcò all'interno di una roccia, così come ancora oggi possiamo ammirarla presso l'Eremo o Rotonda di Montesiepi.