Ricoperti da alghe e altri organismi marini sono riemersi dalle acque del mare della Bretagna, in Francia, più di 4.000 kg di stagno – metallo adoperato insieme al rame per la produzione del bronzo. I lingotti del metallo – circa 500 in tutto - hanno diverse grandezze ed alcuni oltrepassano i 30 kg di peso. Il relitto era stato già segnalato in un recente passato da molti subacquei alla profondità di circa 15 metri – fino ai 45 - non molto distante dalle coste francesi dell’Isola di Batz. Il valore attuale non è certo paragonabile a quello delle 300 tonnellate dell’oro nazistache sarebbe stato ritrovato di recentein Polonia, ma per gli archeologi la scoperta potrebbe avere un valore anche maggiore.
Sulle rotte arcaiche dei metalli
Il relitto rinvenuto da alcuni subacquei dilettanti fortunosamente guidati da alcune correnti risalirebbe al III -IV secolo d.c. s’inquadra nell’intenso scambio di metalli che avveniva tra il continente europeo e la Gran Bretagna - nota come centro di metallurgia sin dai secoli precedenti all’arrivo dei romani. I lingotti sono marcati con diverse sigle ed iscrizioni. Nello stesso sito sono stati inoltre rivenuti diversi cocci di ceramiche dell’epoca, a testimoniare come il commercio non fosse limitato ai soli metalli.
La forte richiesta di stagno, poco presente nei territori italiani ed europei – dominati dai romani – aveva costretto Roma all’invasione dei territori anglosassoni e del nord-ovest europeo.
Già lo storico Erodoto nel V secolo a.c. descriveva la Gran Bretagna come un isola ricca di stagno. Ben prima dei romani i Fenici nel 1500 a.c. importavano stagno da questi territori. Lo storico Diodoro Siculo ne descrive il commercio già presente in ere di molto precedenti a quella in cui lui scriveva. Lo stesso nome “Cassiteridi” con cui i greci indicavano una serie di isole nel nord -ovest dell’Europa e riferibile alla Gran Bretagna significava isole dello stagno.
La Francia e la sua esperienza nel mondo sottomarino
Proprio la natura delle coste del nord della Francia, frastagliate e spesso battute da forti venti, avrebbe favorito in passato l’affondamento di migliaia di imbarcazioni. Sempre nei pressi dell’Isola di Batz erano state rinvenute, appena una trentina di anni fa, quasi 30 tonnellate di piombo.
Quest’ultimo carico era pure frutto degli intensi scambi commerciali tra il nord Europa e le isole inglesi.
E’ da sottolineare come la Francia, in particolare il Dipartimento francese di Ricerche Archeologiche e Sottomarine (DRASSM) sia intervenuta grazie all’ausilio della sua nave Malraux, appositamente pensata ed attrezzata per coadiuvare il mondo dell’archeologia subacquea, facendo riaffiorare nei ricordi dei più la Calypso di Jaques-Yves Cousteau.