L’anno scorso nei Cinema – nostrani e non – arrivò “Maze Runner – Il Labirinto” primo episodio di una saga tratta dall’omonima trilogia di libri firmati da James Dashner. Il sequel era annunciato già dal finale sospeso del primo film, che apriva interessanti prospettive su cosa aspettarsi in seguito e lasciava lo spettatore colmo di domande.“Maze Runner – La fuga” è riuscito a rispondere ad alcune di queste, proponendone al contempo nuovi dilemmi da risolvere per il protagonista e per gli spettatori.

La trama in breve

Avevamo lasciato Thomas nelle mani dei suoi apparenti salvatori alla fine del primo film, scoprendo al contempo che W.C.K.D.

, l’organizzazione che aveva imprigionato i ragazzi nel labirinto, era ancora perfettamente operativa e continuava a tramare alle loro spalle. I protagonisti, conThomas in testa, sono costretti a una repentina fuga dal loro nuovo rifugio per inoltrarsi nel mondo esterno e tentare di sfuggire alle grinfie di chi vuole usarli come cavie da cui estrarre il rimedio contro il virus che ha infettato l’umanità, portando ovunque morte e devastazione.

La fuga dei ragazzi da W.C.K.D. diventa così un’occasione non solo per ricercare nuovi alleati ma anche per mostrare allo spettatore gli equilibri precari del mondo in rovina (“la Zona Bruciata”, com’è stata ribattezzata dai sopravvissuti) che sta fuori dal labirinto.

La telecamera indugia così sulla ricostruzione di una città devastata, fatta di grattacieli distrutti che si reggono a stento sui loro scheletri d’acciaio, stagliandosi come sbilenchi monumenti, eretti dall’uomo e rimodellati dalle catastrofi, fra cumuli di spazzatura. È poi la volta del deserto, che circonda quella che sembra essere una New York del futuro abbandonata e distrutta, dei rifugi abitati dagli esseri umani ancora in salute e delle montagne, meta finale di Thomas e i suoi compagni, occupate dal “Braccio Destro”, la forza rivoluzionaria che si oppone a W.C.K.D.

e ai suoi emissari.

Oltre la fuga c’è un mondo intero da esplorare

Come il primo film, “Maze Runner – La fuga” si muove in bilico fra fantascienza e thriller, fornendo una buona dose di adrenalina, che innerva di tensione ogni scena e rende la storia appetibile anche a chi non è più adolescente ed è in cerca di emozioni forti.

Se infatti si entra in sala convinti di non potersi più lasciar sorprendere dall’ansia, ora che sappiamo almeno in parte chi è Thomas e in che luogo e che tempo si trova, il brusco cambio di ambientazione costringe lo spettatore a ricredersi subito.

Il sequel di “Maze Runnermantiene lo spirito del primo episodio e sfrutta l’occasione della fuga per far muovere i personaggi nel mondo esterno, dando a noi spettatori l’opportunità di esplorarlo a pieno, di scoprirne gli abitanti e come la popolazione umana si divida in membri di W.C.K.D., ribelli, sopravvissuti al morbo e “Spaccati”, come vengono chiamate le persone infettate dal virus, che cadono in uno stato simile a quello di uno zombie.

Le scene orrorifiche non mancano, così come le scelte controverse, che pongono i protagonisti gli uni contro gli altri.

Seppure è chiaro che Ava Page sia il “boss finale” di questa storia, è altrettanto chiaro che i suoi obiettivi sono tutt’altro che malvagi. Non si può dire lo stesso dei mezzi che vuole usare per raggiungerli, naturalmente.

Maze Runner – La fuga” è un buon sequel, che sicuramente accontenterà gli spettatori del primo film e saprà rispondere alle loro curiosità, alimentandola per prepararli all’ultimo capitolo della saga.