Abbiamo intervistato in esclusiva iI rettore "uscente" dell'Università di Ferrara, Professor Pasquale Nappi. Laureato e docente di Giurisprudenza, Nappi ha appena concluso il suo mandato pluriennale: una esperienza particolarmente brillante, come hanno evidenziato le cronache ferraresi e i dati ufficiali nazionali, con Unife spesso segnalata tra le eccellenze italiane. Nonostante la crisi generale e le dinamiche penalizzanti emiliane (anche Ferrara coinvolta) post sisma 2012, l'impulso alla ricerca, conoscitiva e scientifica, culturale in genere, il trend studentesco stesso, esitano oggettivamente sorprendenti e in forte progresso.

La miglior Ferrara del futuro può ben dire "Eppur si muove", amplificando certo divenire storico positivo fin dall'era di Patrizio Bianchi, tra i predecessori.

Unife e l'era Nappi

Pasquale Nappi, rettore "uscente" dell'Università di Ferrara, anni ruggenti e molto propulsivi, un bilancio essenziale?

L’esperienza compiuta come Rettore è stata molto stimolante ed arricchente. Uno sguardo retrospettivo consente di evidenziare che quella esperienza è stata affrontata in una fase non fisiologica per la nostra società: riforme molto complesse da portare ad attuazione, consistenti tagli ai finanziamenti, il sisma del 2012 e i tanti danni subiti. Tuttavia, grazie all’impegno di tanti in questi anni l’Università di Ferrara ha tenuto e si è sviluppata, si è riformata e continua a produrre.

Soprattutto si è aperta ancor di più al confronto con l’esterno, con la volontà di mettersi a disposizione della collettività, finalità che reputo essenziale per una istituzione pubblica.

Verso le città planetarie

Pasquale Nappi, da Ferrara si segnala un appello per la città e le città della conoscenza... Per dirla alla Harold Bloom, per influenza culturale complessa, effetto anche della sua Unife?

Condivido i contenuti del manifesto per la città della conoscenza e ho ritenuto di dare la mia adesione. Credo che Ferrara debba far parte della rete mondiale delle città che apprendono, città che producono e scambiano conoscenze, luoghi dove l’apprendimento e al servizio di tutta la comunità. In tale dinamica il ruolo dell’Università può essere rilevante e negli anni del mio rettorato ho cercato gli strumenti per promuovere un radicamento sempre più forte tra comunità universitaria e comunità cittadina.

Oltre alla nascita di Unitown, (associazione fondata da Comune e Università e che ormai vanta oltre trenta associati tra città e università italiane e straniere) un momento di particolare rilevanza è stato Unifestival, che tra il 25 e il 27 settembre 2015 ha fatto registrare oltre 15.000 presenze negli stand collocati in Piazza Trento e Trieste e in alcune aule universitarie. Ideato con l’intenzione di celebrare i 625 anni di vita dell’Università di Ferrara, Unifestival ha compreso un ricchissimo cartellone di dibattiti, convegni, conferenze, esperimenti, incontri con l’autore, workshop, sondaggi, proiezioni, dimostrazioni, descrizione di esperienze, spettacoli, percorsi culturali e attività sportive.

Un vero e proprio festival universitario, aperto alla città per coinvolgere un largo pubblico, costituito non solo da universitari e da addetti ai lavori, ma da cittadine e cittadini, famiglie, giovani, in ottica multidisciplinare e multiculturale. Una iniziativa promossa esclusivamente dall’Università con propri fondi e resa possibile dalla disponibilità del Comune.