In questi giorni il quotidiano on line, Ferrara Italia, a cura del giornalista professionista Sergio Gessi, festeggia il proprio secondo compleanno: una testata atipica fin dalle origini, già al passo con il nascente web 3.0. Rispetto alle testate tradizionali, anche del web, meno spazio e amplificazione della cronaca, spesso effimera e poco verosimile: al contrario articoli e segnalazioni in profondità, per dirla con certa semiotica con stile orizzontale e verticale, diacronico e sincronico, focalizzando temi metapolitici, metaculturali, sociofuturibili, local e global, ferraresi e italiani.

Numerosi giornalisti, scrittori, sociologi, ricercatori collaborano con la testata ferrarese.

Per Ferrara città della conoscenza

Ferrara Italia festeggia virtualmente il compleanno anche con un Manifesto per Ferrara città della conoscenza, ispirato, tra altri, dalle pagine elettroniche puntuali dei vari G. Fioravanti, B. Turra, A. Vincenzi e altri che, in particolare, segnalano tematiche soprattutto futuribili. In tal senso trattasi di un vero e proprio esperimento sinergico di memetica culturale, forse insospettata per Ferrara, più nota come città d'Arte, del rinascimento e della metafisica. In realtà, nonostante certa contraddizione generale, tipica in ogni caso delle città di provincia (pur di grande storia come la città estense), il manifesto innesta in dinamiche complesse e intenzionali, l'essenza stessa del fare conoscenza, ieri e oggi che viene comunque dal Rinascimento, dalle nuove tecnologie, inclusa certa necessaria visionarietà estetica, documentata dalla storia culturale della città.

Da certa fantascienza ante litteram di L. Ariosto, al fondatore dell'architettura protomoderna B. Rossetti, alla stessa sensibilità erotica di Lucrezia Borgia, al passaggio stesso significativo del giovane Copernico a Ferrara; fino alla modernità e oltre con la poesia futurista di C. Govoni, il cinema di M. Antonioni, la letteratura di G.

Bassani e R. Pazzi, l'arte elettronica del Centro Video Arte di Ferrara e dello stesso C. Rambaldi, alla critica d'arte di V. Sgarbi.

La logica e la poesia del Manifesto

In tale paradigma, più nello specifico, si delinea il manifesto al passo con certi orizzonti presentisti, geopolitici, futuribili in primo piano nelle analisi contemporanee, a partire da certa pionieristica futurologia, poi debordate nella sociologia e le scienze umane del nostro tempo, dopo la rivoluzione elettronica e le sfide, tutt'oggi drammatiche, anche impreviste (leggi emergenze multipolari o multietniche, neomedievalismi inquietanti, leggi terrorismo "islamico"), del duemila già cominciato, nella dimensione politica, economica, culturale, planetaria.

Una mutazione generale nel mondo, l'Occidente, l'Europa, l'Italia che il manifesto illustra con l'obiettivo in progress di educare creativamente a micropilotare (nel/dal territorio) il divenire storico attuale. Micro-operazione in ogni caso sorprendente, proveniente sul piano geopolitico da quel che Marshall McLuhan avrebbe simpaticamente definito oggi – Ferrara – come vero e proprio villaggio elettronico. Segnaliamo da Ferrara Italia un passaggio del Manifesto: "...Crediamo che la nostra città, per la sua tradizione e cultura, perché patrimonio dell’umanità, debba far parte della rete mondiale delle città che apprendono, essere una learning city che produce e scambia conoscenze, un luogo dove l’apprendimento è al servizio di tutta la comunità". Info www.ferraraitalia.it