King Crimson, Frank Zappa, Talking Heads, David Bowie e tanti altri. Solo questi nomi, con cui Adrian Belew ha collaborato in tutta la sua carriera, fanno capire l’enorme bravura ed importanza di questo leggendario chitarrista, prossimo ai 67 anni. Ormai lasciata alle spalle la sua creatura preferita come da lui stesso ammesso (ha fatto parte dei King Crimson dal 1981 al 2009), Belew si è esibito a Roma con il suo Power Trio, accompagnato dalla talentuosa Julie Slick al basso e da Tobias Ralph alla batteria. Tre musicisti di grande bravura e padronanza tecnica hanno prodotto un concerto memorabile durato quasi 2 ore, con la sala Petrassi dell’Auditorium occupata fino all’ultimo posto.
Belew è un chitarrista molto particolare, si diletta con molta strumentazione sul palco e i suoi generi spaziano dal pop di stampo beatlesiano alla sperimentazione ed improvvisazione più oscura. La sua storia diventa leggenda quando alla fine degli anni ’70, Frank Zappa lo scopre in un pub di Nashville e lo invita ad entrare nella sua band.
Opening act: LizZard
Ad aprire il concerto è un altro trio, sono i francesi LizZard, anche loro con una quota “rosa” in quanto alla batteria c’è una donna. Propongono un hard-rock energico, con ritmi serrati ed un groove dal sound potente, certamente aiutato dall’ottima acustica che possiede la struttura. Si esibiscono per circa 40 minuti suonando sei canzoni del loro repertorio, di cui le ultime tratte dall’ultimo disco “Majestic”.
Entrano Belew e la sua band
È ora il turno di Belew e la sua band. È una persona anche simpatica, sempre in vena di scherzi e battute con il pubblico e con gli altri due membri della band. Qui esce fuori la sua natura “Zappiana”. Con la sua chitarra ci gioca: la coccola, le dà i pugni, produce innumerevoli suoni e distorsioni al limite dell’incredibile, lasciando il pubblico a bocca aperta.
E poi negli arpeggi è velocissimo. Apre il concerto con brani dal suo repertorio solistico, tra cui l’allegra “The lone rhinocerous”. Il groove prodotto da Slick e Ralph è qualcosa di maestoso. Si inizia a fare “sul serio” con la sua scaletta che riporta in una nuova veste i brani dei King Crimson, ora più scarni e veloci. “Dinosaur”, “Three of a perfect pair” ma anche le meravigliose ballate “One time” e “Walking on air”.
In mezzo, improvvisazioni in stile Zappa da urlo pieni di tempi dispari, contro ritmi e tutto il rumore possibile. Ralph tritura letteralmente la batteria, Belew e Slick impegnati a “piegare” i loro strumenti con distorsioni ed altri effetti sorprendenti. Si chiude con il botto con gli ultimi bis, uno della produzione di Belew, “E” e “Indiscipline” dei King Crimson, rivista in maniera incredibile se si pensa alla versione originale (manca una chitarra, ed è quella di Robert Fripp, mica poco…). Potentissima e devastante, con Belew impegnato in assoli stupefacenti. Alla fine, standing ovation del pubblico presente nella sala. Inoltre ci possiamo godere Belew, da solo, giovedì sera al festival di Sanremo, nel “dopo festival”.
Per lui sarà la prima volta. Sarò accompagnato daElio e le Storie Tese e suonerà “Elephant Talk”, altro brano mitico con i suoi King Crimson, e “Heroes” di David Bowie. Elio e le Storie Tese gli hanno proposto anche di suonare “Once in a lifetime” dei Talking Heads, ma Belew dice che sono trent’anni che non la suona e non vuole. Staremo a sentire!