Inaugurata il 2 febbraio la mostra sul Simbolismo . Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra' offre un'occasione unica per conoscere la produzione figurativa simbolista di un movimento che ha ricevuto diffusione europea ed ha pervaso insieme al Liberty il tessuto culturale degli anni tra fine Ottocento e inizio secolo. Ma quella che si è andata ad aprire a Palazzo Reale permette al visitatore, nelle sue ventisei sale, di godere di opere, perlopiù quadri, incisioni e disegni, di artisti del calibro di Aristide Sartorio, Segantini, Paul Serusier, Odilon Redon, Previati, Gustave Moreau, Max Klinger, Arnold Boeklin, Hodler, Felicien Rops. Sono artisti stranieri e italiani, perchè il Simbolismo ha avuto i suoi seguaci sia in Italia che ovviamente in Francia, in Olanda e in Germania.

E le meravigliose e singolari tele che sfilano sono accompagnate dai versi di Baudelaire, il padre ispiratore del movimento di cui nella sala iniziale insieme al suggestivo quadro dal titolo 'Una demoniaca' (1893) di Joseph Middeleer è presente una copia del libro di poesia più famoso al mondo, quel Les Fleur du Mal che subì anche la censura e la messa al bando.

Il simbolismo a Milano, per gli amanti della pittura di fine secolo

Il quadro in questione raffigura una fanciulla dall'incarnato diafano, che troneggia con il suo imponente abito nero su fiori rossi che salgono dal basso e decorano anche parte della sua veste. 'Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è avvolta nel sonno' dice Shakespeare.

E l'ambivalenza di questa pittura, di cui per la prima volta sono presenti in mostra opere mai entrate in Italia, sta proprio nell'essere una figurazione oscillante tra il demoniaco e il mistico, tra la carnalità dissacrante e sfrontata di artisti come Odilon Redon e l'estasi mistica di Previati e Segantini.

Vi è però una sala indimenticabile, è quella in cui è esposto il grande quadro di Galileo Chini, e il fregio decorativo con putti che tanto fece innamorare il re del Bangkok.

Vi è persino un paravento decorato da questo artista decoratore dal titolo 'Onde, damigelle di Numidia e scorfano' e l'incanto, di una pittura che voleva andare oltre le apparenze per restituire all'uomo della strada il sapore di un al di qua e di un al di là insieme, viene ripristinato in una mostra organizzata dal Comune di Milano e dal Sole 24 Ore, che rimarrà aperta sino al 5 giugno.

L'occasione è unica per opere che non sono mai entrate in Italia e il cui carisma insieme al suo potere di fascinazione, per un movimento che seppe infierire il colpo mortale all'accademismo imperante e sterile, valicò le frontiere e i confini nazionali, e pose le basi per la pittura contemporanea.