È tornato l’11 febbraio, dopo un’assenza di undici anni – dagli schermi e dal mondo della moda – Derek Zoolander, insieme al suo non più rivale ma compagno d’avventure Hansel e una nuova “Zoolander girl” interpretata da Penelope Cruz. Questa volta il set delle sue avventure non è più negli Stati Uniti ma si sposta in Italia e, per la precisione, a Roma, le cui vedute e i cui monumenti fanno da sfondo alle vicende a dir poco paradossali che colpiscono il modello “bello bello in modo assurdo” creato nel 1996 da Ben Stiller. Fra efferati omicidi e improbabili colpi di scena, sono tanti gli esponenti dello star system americano che fanno a gara per un cameo in una parodia feroce del mondo della moda e non solo.
La trama in breve
Un misterioso sicario bracca ed uccide famosissime pop-star che, prima di morire, hanno il tempo di scattarsi un selfie, imitando le più famose espressioni inventate dall’ex-modello Derek Zoolander. L’Interpol si mette sulle sue tracce, nel tentativo di scoprire cosa lo lega a queste morti misteriose ed è così che comincia il film, con una rapida carrellata sugli ultimi quindici anni che hanno visto accadere disgrazie su disgrazie a Derek, alla sua famiglia e i suoi amici. L’ex-modello, sempre surreale ma adesso provvisto di barbone e capigliatura fluenti, viene richiamato a Roma insieme al suo amico Hansel – in auto-esilio a Malibù – per partecipare a un’esclusiva sfilata di moda organizzata da Don Atari.
È qui che incontrerà la formosa agente dell’Interpol, Valentina, e – in cambio della promessa di ritrovare suo figlio – la aiuterà a portare alla luce il complotto che sta sterminando il mondo delle pop-star. Fra vecchie nemesi e nuove agnizioni, se da un lato Derek dovrà imparare a essere nuovamente un padre responsabile (impresa titanica), Hansel andrà alla ricerca delle sue radici, senza capirci molto ma arrivando alla fine a scoprire una verità insospettabile sulle sue origini.
Demenzialità allo stato puro
“Zoolander 2” non è un film per palati fini. Esattamente come il suo predecessore – di cui mantiene intatto lo spirito dissacrante e le situazioni oltre il limite dell’assurdo – anche questa nuova opera di Ben Stiller prende in giro tutti e tutto, senza troppo far caso al politically correct e alle polemiche che sono sorte fin dall’uscita del primo trailer.
Il livello di nonsense è perfino amplificato, rispetto al primo capitolo (vedi i problemi di Hansel con la sua “orgia”, che lo segue un po’ dappertutto in giro per il mondo), ogni vizio contemporaneo è bellamente preso in giro e se il mondo della moda con le sue esasperazioni raggiunge nuove vette di assurdità, c’è spazio anche per prendersi gioco di come un certo modo compulsivo di vivere i social network abbia rincretinito – e di molto – un po’ tutti. “Zoolander 2” non è più un semplice film demenziale ma diventa parodia delle spy stories alla James Bond e dei film di supereroi, che ormai impazzano nei Cinema di tutto il mondo come dimostra un certo stile delle riprese, delle musiche e degli effetti speciali.
Fa ridere e fa anche mettere le mani nei capelli, per tante trovate che vanno oltre ogni buon senso. Ma in fondo è questo lo spirito di “Zoolander”, o lo si ama o lo si odia, non c’è via di mezzo. Per fortuna, ad attendere lo spettatore alla fine del film non ci sono morali d’accatto ma solo ancora tanta, tanta demenzialità. E bellezza in modo assurdo, naturalmente.