A Bologna, lo street artist Blu ha cancellato tutte le sue opere, inclusa quella più famosa e più bella di tutte, la “Battaglia”, realizzata nel 2013 sul muro del centro sociale Xm24. Il motivo? L’apertura, il prossimo 18 marzo, della mostra “Street Art, Bansky & Co.”,promossa da Genus Bononiae con la Fondazione Carisbo, in occasione della quale si è pensato di staccare alcune opere di Arte metropolitana dai muri dove erano state realizzate, in modo tale da poterle esporreal pubblico in veste museale. L’obiettivo, si è detto, oltre che la presentazione al pubblico, è la salvaguardia dal degrado, ma Blunon ci ha creduto: “A Bologna - ha scritto l’artista sul suo blog - non c’è più Blu e non ci sarà finché i magnati magneranno”.
Chi sono i magnati?
Il blog di Blu rimanda ad un articolo del collettivo di scrittori Wu Ming, in cui si specifica che il curatore della mostra sulla street art è Fabio Roversi Monaco, ex rettore universitario, presidente di Bologna Fiere e della Fondazione Carisbo e al momentopresidente anche dell'Accademia di Belle Arti e di Genus Bononiae (Musei della Città). Secondo Blu e Wu Ming, l’operazione voluta da Roversi Monaco non sarebbealtro che il tentativo di “mettere a profitto l’opera altrui”, e di trovare “un’occasione di carriera”, con intenti quindiassai diversida quelli dichiarati.
Quanto successo a Bologna ha peraltro un precedente, perché qualcosa di simile accadde a Berlino nel 2014, quando Blu, sempre lui, cancellò un enorme graffito in Cuvrystrasse (due personaggi in bianco che si tolgono a vicenda la maschera, con la scritta “Reclaim your city”).
Allora il gesto fu una forma di protesta contro il progetto dell’amministrazione cittadina di realizzare, proprio davanti all’opera, un centro commerciale, dimostrando di preferire i negozi alle forme artistiche e, più in generale, introducendo una più che significativa variazione di contesto urbano, dove il graffito di Blu non avrebbe potuto trovare la giusta collocazione.
La street art fuori dalla strada
Quello della collocazione è il vero tema in discussione per quanto riguarda la vicenda di Bologna: è corretto e coerente che i graffitivengano trasferiti dai muri cittadini alle sale di una mostra o di un museo? L’ingresso di un’opera d’arte entro un apposito spazio espositivo rappresenta, di solito, motivo di vanto per l’autore, perché costituisce il riconoscimento del valore del prodotto all’interno dei circuiti tradizionali.
Il problema, però, è che la street art sembra sfuggire del tutto a questo tipo di contestualizzazione. Forse, questo genere artistico èaffascinante ed efficace proprio perché è estemporaneo, compare all’improvviso, dove meno ci si aspetta. Inoltre è una forma d'arte autorizzata di rado ad esistere dove esiste, contiene messaggi dissacranti attraverso immagini e slogan critici nei confronti della società.
Non è importante che si condivida il messaggio, così come non è necessario essere ferventi cristiani per apprezzare l’arte sacra: la street art è il veicolo di una nuova forma di espressione artistica che utilizza la strada al posto dell’atelier e il muro al posto della tela. Tolta da quest'ubicazione, è probabileche rischi di non esserepiù se stessa, trasformandosi,per banale sottrazione di vocaboli, in“sola” art.