Cinquanta storie, realmente accadute, una più surreale dell'altra da leggere spassosamente tutte d'un fiato. Protagonisti le parti e i propri avvocati alle prese con problemi più o meno seri con la giustizia. Ma protagonista assoluto è proprio il mondo dell'avvocato, i problemi di un mestiere che oggi appare sempre più complesso.A raccontarcele è Giuseppe Caravita di Toritto, avvocato di lunga esperienza al Foro di Roma. Il suo libro, divenuto in poco tempo un vero caso letterario, ha un titolo emblematico "Avvocà, per ora grazie".
Essere avvocati oggi
In questo "mantra" è racchiuso il senso e la riflessione su cosa significhi oggi essere avvocati e operare sul campo. Non è un caso che si senta parlare sempre di più di crisi economica anche nel settore legale, una crisi che vede molti avvocati non riuscire più a pagare la cassa forense o addirittura non esercitare più la professione.
Le idee per ridare dignità a quello che Caravita definisce come "un gran bel mestiere" sono al centro di un'ampia discussione, anche parlamentare, ma le soluzioni appaiono lontane e miopi. C'è chi crede di risolvere il tutto semplicemente riducendo il numero degli avvocati, altri inasprendo la difficoltà dell'esame di abilitazione.
Ma forse le soluzioni vere vanno ricercate altrove e la professione vede oggi l'esigenza di un rinnovamento anche da un punto di vista etico e deontologico per superare un problema di immagine che talvolta rischia di offuscare l'autorevolezza della professione.
Caravita nel suo libro coglie nel segno. I suoi racconti sono sì esperienze in cui migliaia di avvocati possono, leggendole, indentificandosi dicendo "E' successo anche a me", ma sono anche storie che suscitano una profonda riflessione sulla bellezza del mestiere e sull'importanza di tornare a farlo brillare come un tempo.
Le brevi storie di Caravita nascono sul web e sono diventate negli ultimi anni un vero e proprio fenomeno virale.
Esse sono ambientate nei tribunali e negli studi legali e raccontano fatti di una avvocatura che sembra non esserci più, travolta dall’ansia di una giustizia sempre più in difficoltà. Lo stile di Caravita è rapido, scorrevole, efficace a tal punto da risultare ironico, ma anche commovente.
Il libro è edito dalla casa editrice padovana Primiceri Editore.