Anche gli eroi compiono gli anni, ma non invecchiano. Il 6 di agosto per esempio Zorro compie la bellezza di 97 anni, ma nessuno glieli darebbe. L'agile spadaccino infatti ci appare Forever Young, per sempre giovane.

Uno scrittore di nome Johnston

La data di nascita di Zorro è per convenzione fissata al 6 agosto 1919, giorno in cui sulla rivista All-Story Weekly apparve la prima puntata di un romanzo breve, La maledizione di Capistrano (in originale, The Curse of Capistrano).

L'autore, tal Johnston McCulley (1883-1958), ambientava l'azione nella California ancora colonia spagnola, verso il 1820.

Il protagonista, Don Diego Vega (sarebbe diventato de la Vega solo al Cinema e poi nei Telefilm) era un nobile spagnolo che nottetempo, con l'aiuto del fidato servitore Bernardo, si trasforma in Zorro (in spagnolo, volpe) nemico dei nobili e amico della povera gente, che aiuta cavalcando il fido Tornado e indossando solo abiti neri, compresa una maschera.

Con la sua spada e la sua astuzia, Zorro umilia i nemici e solleva gli oppressi, combattuto senza successo dall'inetto sergente Garcia e dalla guarnigione spagnola di Los Angeles, dove si svolge l'azione.

Un cappa e spada comprensivo di momenti comici e romantici (la nobile Lolita Pulido, innamorata di Zorro, indifferente a Diego) quello architettato da McCulley che conquista non solo il pubblico, ma anche il cinema.

L'anno dopo infatti il testo diventa film, The Mark of Zorro (Il segno di Zorro), con Douglas Fairbanks sr,, all'epoca una delle star più popolari e pagate al mondo.

Una ricetta sempre vincente

Da quella prima pellicola Zorro ha popolato grande e piccolo schermo, impersonato volta a volta da Guy Williams (in tv), Tyrone Power, Alain Delon, Anthony Hopkins e Antonio Banderas e altri, compresi Walter Chiari e Franco Franchi in film-parodia, ma gli elementi di base sono rimasti più o meno gli stessi elaborati da McCulley.

L'eroe mascherato senza macchia e senza paura colpisce, ma ferisce più l'orgoglio che il corpo dei nemici (soprattutto nelle serie tv), rapisce il cuore delle fanciulle e alimenta le fantasie dei bambini (tutt'oggi quella di Zorro è una delle maschere di Carnevale più diffuse).

Zorro è il “super uomo di massa”, per dirla con Umberto Eco, che senza super poteri, ma contando solo su abilità fisica, astuzia e simpatia, vince e vincerà sempre, cavalcando nella notte illuminato dalla luna.