Ermanno Rea, scrittore molto conosciuto e pilastro della cultura italiana, se ne va a 89 anni. Lascerà di sicuro un vuoto incolmabile per chi ha sete di conoscenza obiettiva. Uomo di grande cultura generale, ha scritto libri dove raccontava minuziosamente, e senza tralasciare alcun punto di vista, tutta la realtà che circonda la società. Infatti i suoi libri, specialmente le sue ultime creazioni, si trovavano molto spesso a incrociare fatti realmente accaduti e ben inseriti nel contesto che andava a descrivere.

Dal giornalismo alla scrittura

Rea inizia la sua professione come scrittore, firmando diversi libri di grande successo, il primo che si ricorda è senza dubbio "Il Po si racconta". Questo libro è un'inchiesta realizzata percorrendo attraverso l'argine destro del fiume oltre 650 km.

Opera che lancia Rea nel mondo della scrittura, ma allo stesso tempo il taglio giornalistico dell'opera lo avvicina anche al mondo del giornalismo. Negli anni finirà per collaborare anche con diverse riviste e giornali, dove il suo punto di vista è sempre stato preciso e autorevole. Dopo Carlo D'Angiò, Napoli piange la scomparsa di un altro grande personaggio nato nel capoluogo campano.

Le opere importanti di Ermano Rea

Di Ermanno Rea ci sono opere importanti e dal peso culturale evidente e del quale anche i giovani di oggi dovrebbero trarre linfa politica e sociale, per vedere il futuro in maniera diversa. Romanzi che danno l'idea dell'impegno anche politico di questo personaggio straordinario.

Un esempio è senza dubbio il libroMistero napoletano, libro per il quale l'autore è ritornato a Napoli con l'intenzione di scoprire quali ragioni ci fossero dietro al misterioso suicidio della sua amica Francesca, all'epoca redattrice culturale dell'Unità. Il viaggio alla scoperta del fatto accaduto inizia dal diario di Francesca consegnato alla famiglia dallo stesso autore, per finire con la descrizione di Napoli sulle sue varie metamorfosi nei primi anni cinquanta del XXI secolo.

Altra opera sicuramente di immenso valore culturale è Fuochi fiammanti a un'Hora di notte, dove racconta di una piccola isola, luogo immaginario dove si reca il personaggio di Martino, che va in cerca della madre scomparsa in modo misterioso. Un libro che gioca molto sulle ambiguità tanto che la scomparsa misteriosa della madre nello stesso tempo forse non lo è poi così tanto, e la determinazione di Martino nella ricerca della madre non è forte come sembra.

La metafora sta nel fatto che la madre di cui si parla nel libro rappresenta noi stessi, e il luogo così ambiguo e misterioso rappresenta la realtà che ci circonda. La dismissione è l'opera di Rea che mostra il suo lato politico molto vicino alle classi operaie. Nel libro narra la vicenda purtroppo oggi di bruciante attualità dell'Ilva di Bagnoli, e della classe operaia di Napoli che vede in Vincenzo Buonocore il simbolo dell'onestà e dell'attaccamento al lavoro. Quest'ultimo entrato all'Ilva come semplice operaio diviene ben presto Tecnico Specializzato, e quando viene incaricato di operare con la dismissione dopo la cessione della fabbrica ai Cinesi, decide di dismettere i macchinari bullone per bullone.

La fine deve essere artistica e mostrare quanto sia elevata la sua professionalità.

Ermanno Rea la politica e il suo libro in uscita postuma: "Nostalgia"

Ermanno Rea non è mai stato un vero e proprio politico, ma non ha mai nascosto il suo attaccamento a quella sinistra di altri tempi, che lo avvicinava molto alla lotta delle classi operaie, affrontando spesso la critica situazione occupazionale di oggi. Nei suoi libri come nel caso de "La dismissione" si può evincere il suo pensiero, e negli ultimi anni si è molto interessato al mezzogiorno, accusando spesso il Premier Matteo Renzi di voler creare il partito della nazione senza prima cercare di unirla. Presto uscirà il suo libro "Nostalgia", storia di un'amicizia all'interno del Rione Sanità di Napoli, dove si confrontano amicizia, amore e voglia di riscatto sociale.