L’Istituto centrale per la grafica di Roma ha inaugurato l’8 dicembre una rassegna peculiare che prende in considerazione il panorama artistico che si dispiega nell’età barocca durante le cerimonie e le feste nella capitale e nei paesi bassi meridionali. Idea frutto da una collaborazione tra Centro Studi sulla cultura e l’immagine di Roma e l’Accademia belgica.
Un nuovo approccio storiografico alle feste barocche
Sono presenti in mostra delle opere grafiche di pregio che forniscono un lucido spaccato dell’atmosfera respirata durante questi eventi, contestualizzate all’interno di un iter espositivo che crea un nuovo approccio visivo e concettuale sul tema.
L’ideatore, Marcello Fagiolo, dopo aver approfondito l'argomento con ricerche specifiche, inaugura una nuova visione del mondo legato all’”effimero”, accogliendo la concezione avvalorata di un microcosmo che pullula di artisti incorporati nella manifestazione pubblica, che allo stesso tempo ricopre essa stessa una funzione estetico-artistica nella sua interezza. Fagiolo arricchisce questa teoria inserendo l’elemento della festa barocca in un contesto più ampio, deputandolo un “laboratorio di ordine e modernità”, in risposta al manierismo dilagante.
Stampe in mostra
Interessante la linea guida espositiva che focalizza sulla dialettica tra il mondo fugace delle feste e la sua ripercussione estetica-architettonica.
Si evince osservando le stampe di Catafalchi funebri accostate ad Archi trionfali quale sia la linea architettonica che li struttura e di come indifferenziatamente la compagine del registro dell’effimero possa dar luogo a stessi stilemi architettonici. Un esempio costituisce la rappresentazione dell’impianto dei fuochi d’artificio di Carlo VI a Gand che riecheggia la forma dei catafalchi con obelisco a quincunx di Alessandro VII, probabilmente perché la funzione di bruciare, in un caso esplosivo di esequie funebri, era presente in entrambe le celebrazioni.
Altro aspetto contemplato dalla mostra è l’accostamento tra gli sperimentalismi fiamminghi e quelli romani, trovando dei punti di contatto in alcuni elementi peculiari quali ad esempio la rappresentazione dell’albero araldico italico che riprende il cipresso funerario fiammingo.
“Alla luce di Roma”, è una mostra magistrale in ricordo dello studioso Giorgio Leone, coideatore della stessa, e prosegue fino al 26 febbraio. Un’occasione unica per conoscere questi aspetti peculiari storiografici che costituiscono la nostra memoria storica.