hygge è la parola che racchiude il segreto della felicità, almeno secondo i danesi. E dato che da circa quarant'anni la Danimarca è sempre in vetta alle classifiche dei Paesi più felici del mondo, e che il termine che meglio sintetizza la loro idea di felicità è proprio"hygge", varrà sicuramente la pena prestare un po' di attenzione al libro - già bestseller - della giovanissima attrice e scrittrice danese Marie Tourell Soderberg, che spiega in dettaglio che cosa s'intende per hygge.

La magia di una parola

Si tratta di una parola che forse deriva dall'antica lingua norvegese.

Ed è la stessa autrice danese a scrivere, nelle prime pagine del suo libro, che a volte, presa dal lavoro, lei stessa si dimentica di concedersi del tempo per vivere.

"È in questi momenti - scrive - che per me diventa cruciale avere l'hygge: passare del tempo hyggelig in famiglia e con gli amici, e momenti hyggelig con me stessa in una casa hyggelig". Ed ecco quindi alcune semplici circostanze in cui, secondo la scrittrice, si può sperimentare questo stile di vita: con una passeggiata al parco insieme ad una persona cara, chiacchierando e ridendo; ascoltando insieme alla persona amata la pioggia sul tetto magari con una tazza di tè in mano; bevendo un bicchierino di vino nel giardino dei genitori; godendosi la compagnia di buoni amici davanti ad una tazza di caffè che poi finisce per diventare una cena improvvisata.

Hygge, quindi, indica quello stato piacevole di armonia e appagamento che ognuno di noi insegue.

Ricordati di vivere

È ovvio che già da tempo immemore tutte le culture hanno trattato in lungo e in largo l'argomento della felicità. Il grande scrittore tedesco Goethe, ispirandosi alla sapienza degli antichi Greci, suggeriva di rivalutare il momento presente non sempre sufficientemente valorizzato, in quanto spesso impoverito dalla distrazione dello sguardo sul passato e sul futuro.

I danesi, pertanto, non è che abbiano scoperto il segreto della felicità, né tanto meno è auspicabile che l'uso sempre più diffuso del termine hygge debba tramutarsi in una sorta di feticismo della parola fine a se stesso. Tuttavia possiamo sicuramente essere loro grati per lo spunto che ci può offrire la diffusione di questo termine che, in sostanza, è un invito a saper trovare la felicità nelle piccole cose, quelle a cui la maggior parte non prestiamo la dovuta attenzione, e che anzi vengono spesso velocemente attraversate puntando con affanno, a volte disperato, chissà a cosa.

E invece bisognerebbe spingersi oltre, cercando di "risacralizzare" la nostra esistenza. In altre parole, ogni più piccolo momento può essere veramente felice se vissuto con la piena consapevolezza: dal percorso che facciamo per arrivare sul luogo di lavoro al rapporto tra colleghi, fino al ritorno a casa; tutto in definitiva può essere gioia, dipende solo dall'atmosfera che noi riusciremo a creare per la nostra famiglia e i nostri amici.