"La gravità di un passaggio, pur necessario, come la nazionalizzazione della terza banca del Paese viene messa in sordina. Quello che manca nella posizione del governo è il senso della drammaticità di queste decisioni". Così termina l'editoriale del 30 dicembre dell'economista Francesco Giavazzi, pubblicato sul "Corriere della Sera".

A molti osservatori sembra sfuggire che la questione mps, per il connesso rischio sistemico, assume un rilevante interesse nazionale. Secondo alcuni analisti c'è anche il forte sospetto di un eccessivo accanimento speculativo sui cosiddetti crediti a rischio (NPL) del portafoglio MPS, con questi "non performing loans" (prestiti non performanti) che alla fine potrebbero non rivelarsi del tutto tali.

Del resto, il crack del Banco di Napoli di circa 20 anni fa qualcosa dovrebbe avere pur insegnato. Quest'estate, infatti, abbiamo appreso la notizia che la "Bad Bank" incaricata del recupero di quelle che furono classificate come "sofferenze" del Banco di Napoli, ha recuperato ben 6 miliardi di euro, circa il 90% dei crediti problematici del suddetto istituto bancario, che però all'epoca ne determinarono il fallimento. Alla luce di ciò, è inevitabile chiedersi: anche per MPS i crediti a rischio potrebbero non essere effettivamente deteriorati come sembrano?

Purtroppo la nostra politica economica - ultimamente caratterizzata da rinvii e temporeggiamenti - non sembra, o comunque non dimostra di essere pienamente consapevole dell'importanza della posta in ballo, e con questo atteggiamento di leggerezza finisce per sottovalutare il ruolo sempre più cruciale delle aspettative di mercato, contribuendo così indirettamente ad un pericoloso avvitamento della crisi MPS.

Insomma, la nostra mancanza di autorità politica-economica, e la consueta arroganza della Germania, alimentano una sempre maggiore incertezza finanziaria, autentico veleno per l'economia e in particolare per MPS.

Ai mercati, invece, occorrerebbe un messaggio chiaro e preciso: ossia che il governo italiano è determinato ad affrontare la crisi del Monte dei Paschi e delle altre banche: costi quel che costi.