"Chiedi al settantasette se non sai come si fa". Cantava così Giovanni Lindo Ferretti in "Emilia Paranoica", ma non dev'essere stato per questo che Marino e Sandro Severini hanno scelto di rivisitare undici canzoni di "lotta e di piazza" che hanno segnato la loro formazione musicale e li hanno indirizzati a gettare le basi di quello che è stato il rock italiano degli anni ottanta e novanta.

Non un semplice disco di cover

Fa il paio con "Tracce Clandestine" dei Modena City Ramblers, questo dei Gang, con la differenza che mentre gli allievi hanno fatto qualche excursus nel main stream, riprendendo canzoni più popolari e affini alle orecchie dei loro ascoltatori; i maestri hanno scelto una via più sotterranea, concedendosi sì a riprendere autori celebri (De Andrè, Bennato e De Gregori) ma andando ad esplorare vie meno battute come la "Canzone del Maggio" o "Cercando un altro Egitto".

La scelta dei fratelli Severini pare indirizzata più al ricordo personale, al significato della canzone per se stessi che non all'aver messo insieme una raccolta di canzoni di altri autori in linea col proprio repertorio o che lo hanno ispirato.

Self made rockers

"Calibro 77" è il secondo disco dei Gang prodotto tramite crowdfounding, replicando così la scelta che aveva riportato la band di Filottrano a pubblicare un disco di inediti nel 2014, quattordici anni dopo il loro ultimo lavoro per una major intitolato "Controverso". E' una linea quella dei fratelli Severini, che rispecchia la loro granitica coerenza, fatta di scelte tutt'altro che comode: al successo di pubblico hanno preferito la fedeltà a loro stessi con tutto ciò che ne è conseguito, il che non ha impedito loro di avere comunque un seguito che li ha portati, proprio attraverso il crowdfounding, a superare limiti che nemmeno forse immaginavano.

Il risultato è un disco bello, prodotto come il precedente da Jono Manson, con suoni moderni e curati e con musicisti all'altezza delle esigenze di Marino e Sandro. Tanto che le canzoni che si ascoltano, seppur datate suonano fresche, senza la pesantezza del tempo e senza portarsi addosso la contestualizzazione dell'epoca in cui furono scritte, come si potrebbe presupporre dato il taglio una volta e per sempre "Combat" a cui i Gang ci hanno abituato.