Volley abbiamo un problema: uscire dall'adolescenza e diventare adulti. Il caso di Vibo Valentia che, tramite il suo patron Callipo minaccia di occupare con i tifosi la sede della Lega se persisterà nella linea di obbligare le squadre a dotarsi di palazzetti con almeno 3000 posti a sedere.
Il regolamento parla chiaro
Eppure al varo della Superlega nel 2014, tra i requisiti per l'accesso, oltre alla stabilità finanziaria dei club e la regolarità nei pagamenti, nel regolamento è stato inserito di avere a disposizione impianti da almeno 3000 posti, regola su cui nelle prime tre stagioni si è derogato, mentre non si farebbero sconti.
La cosa curiosa è che chi ha aderito alla Superlega era ben cosciente di questo parametro per il quale ora si lamenta. E come fa notare il portale Volleyball.it non si tratta di club di primo pelo con i maggiori incassi e la maggior affluenza di pubblico; ma di squadre che come unico beneficio hanno quello della mancata retrocessione, oltre a riempire una tantum i loro palazzetti quando passa il top team col top player di turno.
Torna l'antico scontro nord-sud
Callipo paragona addirittura la Lega Volley alla Lega Nord, accusando il consorzio di voler limitare il campionato al Centro-Nord affermando che essere super vuole dire rispettare innanzi tutto le regole... ma i palazzetti rientrano in queste regole!
E tirare in ballo una sorta di razzismo che taglierebbe le gambe allo sviluppo del movimento pallavolistico è quanto meno un azzardo soprattutto quando le cifre, in termini di incassi, dicono bel altro. E se le suddette cifre parlano di quattro milioni di euro complessivi di incassi tra regular season e play-off, le stesse cifre analizzate mettono in chiaro la geografia del movimento mostrando come la Pallavolo non sia solo un'industria a sé stante, ma possa consentire a chi ne fa parte di trarne profitti.
I tempi del mecenatismo sono finiti
Sono finiti insomma i tempi del mecenatismo, dei patron-sponsor coi loro gruppi che investono nello sport "a perdere". La logica oggi è quella del profitto ma questo non vuol dire snaturare uno sport. In fondo è la stessa polemica che pervade l'inadeguatezza degli stadi di calcio o dei palazzetti che ospitano il basket (che guarda caso spesso coincidono con quelli del volley).
Di fronte a un pubblico che cresce e a uno spettacolo che attira sempre più persone, l'adeguare i palazzetti non deve essere visto come un affronto ma anzi come una possibilità di allargare sempre di più il pubblico. Magari investendo di più in promozione e facendo qualche sacrificio. In fondo Civitanova, il primo scudetto in casa (ma il quarto della Lube) lo ha vinto solo quest'ano, dopo aver sacrificato la sede "naturale" per adeguarla.