Io, Claude Monet non è soltanto un film documentario, è un viaggio intimo nella vita dell’artista impressionista, nei numerosi luoghi dove ha soggiornato e che lo hanno ispirato, attraverso le lettere scritte agli amici più cari e ai familiari più intimi e le decine di opere realizzate.

Nel dettaglio

Ẻ proprio a partire dagli scritti di Monet (Parigi, 1840 – Giverny, 1926), accostati alle straordinarie opere riprese in alta definizione e conservate nei più importanti musei del mondo che il regista Phil Grabsky costruisce l’intero film-documentario che arriva nei cinema d’Italia solo il 14 e il 15 febbraio nel contesto della stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital.

Attraverso le lettere e più di cento dipinti lo spettatore potrà conoscere la vita emotiva e creativa del pittore impressionista, i suoi tumulti interiori.

L’artista e le sue opere

Il 15 aprile 1874 s’inaugura nello studio del fotografo Nadar la mostra del gruppo Società anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs. Con il suo Impression. Soleil levant, Monet farà parlare il critico Louis Leroy della prima “esposizione degli impressionisti”, coniando il termine impressionismo prendendo spunto proprio dal titolo del quadro.

Monet dipingeva sotto il sole cocente e sotto la pioggia battente per studiare tutte le infinite sfumature del paesaggio. Dipingeva il mondo naturale, le impressioni che generava in lui nell’istantaneità, in quei momenti fuggevoli e meravigliosi come un alba o il tramonto, che hanno la durata breve di qualche minuto.

All’interno del documentario è possibile vedere in alta definizione, proiettate sul grande schermo, opere come La famiglia Monet nel suo giardino ad Argenteuil (1874); Strada panoramica a Monaco (1884); Donna con parasole voltata verso destra (1886); fino a giungere al famosissimo stagno di ninfee con ponticello giapponese, con quelle ninfee “silenti e misteriose più di ogni altro fiore”, passione e ossessione decennale di un artista da sempre affascinato dall’acqua e dai sui riflessi, che inseguì il sogno della forma e del colore fino quasi a sfiorare l’autodistruzione.

“[…] l’acqua essendo un soggetto così mobile e in continuo mutamento è un vero problema, un problema estremamente stimolante perché ogni momento che passa la fa diventare qualcosa di nuovo ed inatteso. Un uomo può dedicare l’intera vita a un’opera simile”.