Il Giardino degli Artisti è un film documentario girato da Phil Grabsky per la Nexo Digital, il nuovo appuntamento con la Grande Arte al Cinema, soltanto nei giorni del 9 e 10 Maggio.
“Una festa per gli occhi” dedicata all’impressionismo americano rimasto ammaliato dal giardino di Monet a Giverny sulla Senna e quindi trasformatosi per essi in grande fonte d’ispirazione.
Il giardino e la sua storia
Il giardino è da sempre il regno della serenità, della contemplazione, assimilato al Paradiso terrestre, è il luogo dove armonia e conoscenza convivono in perfetta sintesi.
Il giardino, come condensato macrocosmo, riflette in sé non solo le impronte e le culture dei tempi ma anche il pensiero del suo artefice. Inoltre il giardino si lega all’idea di natura come portatrice di significati simbolici e valori emotivi di grande rilievo. Esso diventa allora misteriosa armonia del congiungersi delle geografie dell’anima con il linguaggio della natura.
La poetica del giardino appare come motivo di fondo nel romanzo delle “Affinità elettive” dove Goethe, l’autore, dedica un intero capitolo all’arte del Giardino.
Nel 1891, nel Giardino Torrigiani a Firenze, a conclusione di una festa, ebbe luogo l’ascensione aereostatica di una mongolfiera.
Il giardino degli Artisti
Il pittore Claude Monet fu anche straordinario giardiniere e, nella sua dimora di Giverny, costruì il famoso giardino con le ninfee e ponte giapponese proprio per avere un luogo ideale dove dipingere.
Quando il mercante d’arte Paul Durand-Ruel porta trecento dipinti impressionisti a New York fra i quali molti di Monet, vari artisti americani che li vedono per la prima volta ne rimangono folgorati e diventano a loro volta giganti dell’impressionismo ispirati soprattutto dall’idea del giardino di Claude Monet.
Questi artisti americani vissero infatti nel tempo della grande industrializzazione e urbanizzazione, vivendo la città ma sentendosi fortemente attratti dal giardino come luogo di rigenerazione dallo stress che la vita cittadina comportava, appunto.
In quell’epoca la gente aveva abbandonato la campagna e la vita agricola per trovare lavoro in città in anni di forte sfruttamento delle materie prime. Molti lavoravano negli uffici ma sentivano grande nostalgia della Natura. Decisero così di ritornare alla vita agreste, altri acquistarono terreni nelle zone suburbane e vi costruirono cottage con piccoli giardini dove ritrovare un po’ di solitudine e un po’ di quell’armonia che solo si raggiunge nel contatto con la natura.
Non a caso nasce proprio in questo periodo una vasta produzione di saggistica legata all’arte dei giardini: sia di architettura, design e costruzione del paesaggio, che di botanica.
Il Giardino degli Artisti. L’impressionismo americano si apre quindi con la mostra The Artist’s Garden: American Impressionism and the Garden Movement, 1887- 1920 della Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia e i protagonisti del film sono artisti come Ranger, Metcalf, Hassam, Cassat, Hale, Sargent e i Ten American Painters che sfidarono la critica per dare vita ad una nuova forma artistica in cui i parchi e le strade della città venivano ritratti guardando ai lavori di Monet e degli Impressionisti francesi.
Inoltre nel documentario si sottolinea il fatto che per molte donne americane del tempo, il giardino sarà non soltanto un’oasi di pace ritrovata, ma anche spazio politico: mentre la popolarità del giardino cresceva, infatti, le donne cominciarono ad accedere a nuove professioni, ad attivarsi per i diritti civili ed una sempre maggiore indipendenza.