Il libro McLuhan non abita più qui? di Alberto Contri è un saggio utile per capire quali sono i nuovi scenari della comunicazione nell’era della costante attenzione parziale. A cosa serve essere multitasking se la nostra soglia di attenzione è inferiore a quella di un pesce rosso, cioè meno di 9 secondi? Essere connessi ovunque e comunque ha i suoi pro ma anche molti contro che bisogna conoscere per poter arginare gli effetti negativi che può causare una sovraesposizione incontrollata ai new media. I millennials sono al centro di una vera e propria “mutazione antropologica”, per usare le parole dell’autore del libro, tanto da essere paragonati a novelle dee Kalì pronte a maneggiare contemporaneamente diversi device che li collegano al mondo e con cui il mondo li monitora.
Questo comporterà seri problemi di concentrazione agli studenti di domani che avranno a portata di mano, per seguire la metafora contriana, tablet, smartphone, notebook, telecomandi e smartwatch a non finire.
Alberto Contri vs McLuhan
Nodo cruciale del saggio di Alberto Contri è la riformulazione della celebre massima del sociologo Marshall McLuhan “il medium è il messaggio” in “la gente è il messaggio”, in sintesi ognuno di noi è messaggio e mezzo allo stesso tempo. Archiviato il periodo aureo della comunicazione “da uno a tutti”, oggi il vettore va “da tutti a tutti”.
McLuhan non abita più qui?, le recensioni dei vip della comunicazione
Il nuovo libro di Alberto Contri ha già riscosso numerosi pareri positivi tra i professionisti della comunicazione.
Primo lettore vip è l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli che lo definisce “un libro di grande ecologia della rete, di grande ecologia della comunicazione, di grande rispetto per coloro che devono essere protagonisti e non schiacciati in una sorte di condizione minore”. Per il grande saggista Antonio Calabrò “questo libro ci insegna che navigare in mezzo alle parole tecniche traducendole in parole comprensibili è esercizio fondamentale.
Senza dimenticare però che la riduzione al semplice deve evitare gli scogli della riduzione al banale”. Infine, secondo Derrick De Kerckhove, autore della prefazione al saggio, “uno dei punti di forza del libro è l’esperienza diretta con i media che Alberto Contri ci racconta, rivolgendosi con passione al cittadino che dorme (purtroppo) in ciascuno di noi”.