I libri e film che immaginano ondate di alieni incattiviti sono veramente tanti. E ogni singolo autore trasforma in parole e magari in scene cinematografiche tutta la loro ostilità. A tale proposito, non si può non pensare ad Alien, uno dei classici per eccellenza della science fiction. Pellicola con la quale il regista e produttore britannico Ridley Scott ha saputo tenere incollati allo schermo milioni di appassionati. E a proposito di invasioni extraterrestri, proprio oggi esce il sesto episodio della travolgente saga: 'Alien: Covenant'. Ma il pensiero di Scott va oltre la fiction e la fantascienza: il regista crede davvero a un possibile incontro con altre civiltà.
E alla pari del suo connazionale cosmologo, fisico, matematico e astrofisico Stephen Hawking, sostiene che sarebbe meglio evitare qualsiasi conflitto con gli alieni.
'Potrebbero ucciderci all'istante'
Secondo il regista inglese, ci sarebbero circa duecento civilizzazioni evolute e super evolute in tutto l'universo. È quanto ha dichiarato in una intervista esclusiva concessa all'Agenzia France-Presse per la presentazione del nuovo film. Scott ha aggiunto che se una di queste 'entità' si avvicinasse a noi, non resterebbe altro rimedio che scappare via.
Secondo Scott, la superiorità degli alieni non lascerebbe spazio a nessun tipo di difesa e, a maggior ragione, a una controffensiva: "Ci eliminerebbero tutti in tre secondi", dice il regista.
I pensieri contrastanti degli esperti
Rimanendo in tema, in un'intervista al quotidiano britannico Daily Star, il fisico e saggista statunitense Stanton Friedman non solo sposa in pieno l'intera linea di pensiero di Scott e Hawking, ma sostiene che gli alieni ci tengono in quarantena. E aggiunge che i dossier su questo argomento sarebbero stati segretati per non causare il panico generale.
Al riguardo, un parere nettamente discordante lo si riscontra nelle affermazioni dell'astronomo Seth Shostak del Search for Extra-Terrestrial Intelligence (SETI), un programma dedicato alla ricerca della vita intelligente extraterrestre. Shostak ha dichiarato a LiveScience che al momento non sarebbe scientificamente ipotizzabile stabilire quanti pianeti possano ospitare essere viventi.
D'altro canto, manifestando una grande perplessità per le parole utilizzate da Ridley Scott, lo scienziato americano spiega a AFP che, se certe teorie fossero veritiere, le cosiddette colonie aliene dovrebbero vivere a oltre 70 anni luce dalla Terra. Una distanza troppo grande da colmare, sostiene Shostak. E conclude con tono ironico, confessando che se queste civiltà fossero così evolute replicherebbero artificialmente tutto il necessario.
Insomma, la partita tra scettici e possibilisti rimane quanto mai aperta. Non ci resta che attendere nuovi sviluppi.