Geniale, politicamente poco corretto e, per questo, certamente poco amato da una certa classe politica conservatrice degli Stati Uniti d'America. Oliver Stone resta uno dei registi più controversi della cinematografia americana. In opere come 'Platoon' e 'Nato il 4 luglio' aveva gettato dentro tutta la sua rabbia di reduce dalla guerra del Vietnam, cercando di denunciare una delle pagine nere della Storia del suo Paese ed esorcizzare i ricordi del conflitto. In 'JFK' aveva coraggiosamente puntato il dito sui tanti punti oscuri dell'omicidio Kennedy, in 'The Doors' aveva offerto uno spaccato dell'America della seconda metà degli anni '60 scandito dalle note della mitica band californiana.
Visionario e crudele in 'Natural Born Killers', storico ed a tratti epico in 'Alexander', per poi tornare alla violenta e profonda denuncia dell'establishment di Washington in 'Snowden'. Sono estremamente curati anche alcuni documentari che hanno avuto come protagonisti diretti, da lui intervistati, leader politici del calibro di Fidel Castro, Hugo Chavez e Benjamin Netanyahu. Con il nuovo lavoro, torna a toccare corde cospirazioniste, trattando un tema piuttosto recente. Oliver Stone è andato in Russia ed ha intervistato il presidente Vladimir Putin: tema centrale della lunga chiacchierata con il leader del Cremlino è il 'Russiagate', le accuse che sono state rivolte a Mosca da parte di esponenti delle intelligence statunitensi di aver in qualche modo interferito nelle elezioni presidenziali che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca.
In onda dal prossimo 12 giugno
Le interviste con Putin sono state registrate al Cremlino, a Sochi ed alla residenza del presidente russo poco fuori Mosca. Saranno trasmesse su Showtime in quattro puntate, a partire dal prossimo 12 giugno. Nello spot mandato in onda, tra le sequenze, si vedono Putin e Stone che guardando insieme 'Il dottor Stranamore', uno dei classici del perido della guerra fredda prodotto e diretto da Stanley Kubrick nel 1964.
Sarà certamente interessante comprendere il punto di vista del presidente russo in merito alle accuse che gli sono state rivolte, fermo restando che finora l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca non ha certamente favorito il disgelo tra Washington e Mosca. Il tutto condito dal tradizionale criticismo e lo spietato cinismo tipici delle opere del regista newyorkese.