Da oggi 11 giugno, fino al 24 settembre 2017, saranno in mostra, all'interno del Castello Aragonese di Otranto (Lecce), le opere più belle e rappresentative del Caravaggio e dei suoi più abili e talentuosi seguaci, quali Lanfranco e De Ribera. L'esposizione è stata curata dalla Fondazione Studi di Storia dell'Arte "Roberto Longhi" nella figura della sua direttrice scientifica, Maria Cristina Bandera.

Atmosfere 'caravaggesche'

La mostra, intitolata "Caravaggio e i caravaggeschi nell'Italia meridionale dalla collezione della Fondazione Longhi", sarà un'importantissima rassegna atta a raccogliere le opere maggiormente rappresentative della collezione Longhi che, dal '900, fu tra i primi a riscoprirne il valore ed il geniale estro.

Saranno presenti anche alcuni dipinti ad opera del Merisi, riconosciuto come uno dei più eccellenti allievi della scuola caravaggesca. Alla base della mostra c'è, senz'altro, il bisogno primario di capire ed argomentare la impareggiabile ed infinita produzione caravaggesca, per comprenderne meglio il senso intrinseco e l'intrecciatura misteriosa, quasi mitologica, della vita dell'artista e della sua corposa scuola. Una scuola vasta, internazionale, che sfocia dovunque con un'energia incontenibile che coinvolge tantissimi sensibili "adepti" di un Gran Maestro che, ancora oggi, è capace di sbalordire e rinnovarsi attraverso gli occhi di osservatori sempre più numerosi e incuriositi dalla magica aurea di misticismo che avvolge la sua produzione.

Roberto Longhi e il suo studio 'matto e disperatissimo' su Caravaggio

Una figura davvero mitologica per Roberto Longhi, il Caravaggio, tanto che la sua tesi di laurea fu proprio sul pittore tardo cinquecentesco: uno studio pionieristico che lo rese immortale proprio per la cura e gli approfondimenti che tracciarono il paradigma interpretativo delle opere del Caravaggio.

Di fondamentale rilevanza nello studio è l'interpretazione delle espressioni del volto dei soggetti: le emozioni che trapelano dai volti, ora estasiati, ora doloranti, non lasciano spazio a confusione. Sono intense, inconfondibili e talmente potenti da sentirsene quasi travolti. A volte contestato per la vorace personalità, di fatto, riabilitò la figura di Caravaggio esaltandone la grandezza stilistica e rielaborando l'intera visione del periodo Rinascimentale.