Il Premio Nobel per la Letteratura 2016, assegnato al cantautore di Duluth, Bob Dylan, diventa carta stampata. Infatti, le parole che l'artista americano ha detto per l’occasione – il discorso di accettazione per il Nobel che l'Accademia di Svezia gli assegnò – vanno a riempire le pagine di un volume. Il contenuto del libro, come riportato dalla stampa internazionale, nasce con qualche ombra. Fuor di metafora, pare che Bob Dylan – al secolo Robert Allen Zimmerman – si sia ispirato “fortemente” agli scritti dello scrittore Erman Melville. Insomma, nel discorso ci sarebbero delle citazioni precise che porterebbero direttamente al riassunto di "Moby Dick".

Il libro “The Nobel Lectures”

La pubblicazione, “The Nobel Lectures” (Feltrinelli, pp. 48), sarà disponibile dall' 1 dicembre 2017. Comunque e di là del dubbio sull’usus scribendi, più o meno lecito, tenuto dall’artista per la stesura del discorso, va segnalato che la carriera di Dylan è decollata proprio attraverso un percorso simile. È divenuto uno dei fondatori del rock moderno grazie al rifacimento degli standard popolari americani. Un testo musicato – una canzone – può essere letteratura? Questa domanda, l’anno scorso, ha fatto il giro del mondo. Magari qualcuno guarderà a questa pubblicazione come al luogo dove trovare una risposta soddisfacente. Ma, a questo interrogativo, Bob non dà risposta.

È solo il discorso tenuto all'Accademia di Svezia durante la cerimonia. Sono le parole con le quali e con molto ritardo, il cantautore esprime riconoscenza. Comunque, se non ci sono risposte dirette, qualcosa traspare fra le righe quando fa riferimento al suo portato formativo: le storie che ha prediletto, le espressioni che lo hanno coltivato, il rapporto con quello che ha ascoltato e letto.

La formazione di Dylan

La spiegazione per il conferimento del Premio Nobel a Dylan, il 13 ottobre 2016, era, in sintesi, legata al concetto che nella sua arte la musica si fa poesia. Come già per Saffo e Omero, così per Dylan. Ma, ancora una volta, a quella “musica che si fa poesia”, lo stesso premiato continua a non segnalare soluzioni definitive.

Al più, dichiara che "Mai una volta ho avuto il tempo di chiedermi se le mie canzoni sono letteratura". E rimanda, come già accennato, alla sua formazione. Che è larga e accogliente: ci sono Omero e Buddy Holly, “Moby Dick”, “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, etc. E, forse, è proprio quell’aver accettato i più distanti suggerimenti dalle diverse espressioni della cultura, che gli hanno permesso di forgiare qualcosa che si tramuti in letteratura. Da Premio Nobel.