La mostra "Raffaello e l’eco del mito" è il progetto della Fondazione Accademia Carrara realizzato in collaborazione con la GAMeC- Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea e in coproduzione con Electa/Marsilio, che contiene preziose opere di Raffaello in prestito dai più importanti musei del mondo, i quali, in questo percorso espositivo, dialogano con alcune opere dei grandi maestri dal ‘400 ai giorni nostri.

La mostra

L'esposizione approfondisce il mito cresciuto intorno alla figura del genio di Urbino e alla sua straordinaria fortuna a partire dall'Ottocento, a partire dal San Sebastiano (1501-1502) - capolavoro del giovano Sanzio, che arrivò all'Accademia Carrara di bergamo nel 1833 - e attraverso 60 opere, di artisti molto vicini a Raffaello, che traggono spunto da lui e dalla sua arte o che ne copiano le opere.

Oltre a venti lavori originali di Raffaello, si possono ammirare opere di Memling, Berruguete, Perugino, Pinturicchio, Signorelli, che ricostruiscono con rigore uno spettacolare contesto culturale, raccontano la formazione del "magister" urbinate (titolo assegnatogli già all'età di 17 anni), la trama delle sue relazioni e l'eco della sua fama nella contemporaneità.

Il percorso espositivo è un accostamento di cicli pittorici che consentono un'esperienza unica e che rendono la mostra accessibile a tutti. Tutti i dipinti delle sale sono anteriori al 1506, tranne una sala, chiamata "Raffaello Contemporaneo" dove sono raccolte delle opere di avanguardie contemporanee che si rifanno in qualche modo al giovane Sanzio.

“Una mostra che dà valore al territorio e che darà riconoscibilità internazionale a Bergamo” assicura l’assessore di Bergamo alla cultura Nadia Ghisalberti. “Il cuore dell’esposizione è il periodo giovanile di Raffaello. Il San Sebastiano, che è il vero motore di questo forte progetto scientifico, offre anche preziosa testimonianza del gusto raffinato del collezionismo bergamasco”.

Il percorso

Il percorso espositivo, disposto in sette sale principali, è stimolante e non scontato, e inizia con il racconto dell’ambiente culturale di Urbino rinascimentale, città natale di Raffaello (Raphael Urbinas) che, sotto la signoria di Federico da Montefeltro, ospita artisti come Piero della Francesca, Leon Battista Alberti, Luca della Robbia.

Le stesse opere di Giovanni Santi, padre di Raffaello, sono testimonianza di quest’ambiente culturale.

Incidere una traccia indelebile nella storia dell’arte universale è del resto inevitabile per un pittore e architetto come Raffaello che riuscì a codificare e imporre un canone così riconoscibile e inequivocabile da perdurare attraverso i secoli come punto di riferimento imprescindibile per i posteri. I tempi affrontati in questa mostra riguardano il rapporto tra il bello naturale e la sua raffigurazione artistica, ideale, fondata sulla selezione, anche se uno spazio importante è dedicato all'amore (quello per la "Fornarina") come fonte di ispirazione per l'arte.