Nella bella e colorata cornice della libreria Quintiliano, a Bari, lo scorso 9 marzo si è svolto un interessante incontro su alcune poetesse del Novecento, in gran parte dimenticate dalla critica letteraria attuale. L’evento, condotto da Francesca Palumbo (docente di Lingua e Letteratura Inglese, giornalista di Repubblica, blogger e traduttrice) si è basato sulla ricerca del pieno e diretto coinvolgimento del folto pubblico presente a cui è stata affidata la lettura di alcune delle numerose liriche prodotte dal genio delle poetesse ricordate durante la serata e declamate a turno dai partecipanti.
Le poetesse del Novecento
In una libreria stracolma di pubblico, si è ridata finalmente voce ad Antonia Pozzi, Paola Masino e Piera Oppezzo che, con le loro delicate e sofferte liriche, hanno fornito un contributo importante alla poesia del Novecento.
L’accurata ricerca di Francesca Palumbo ha avuto il merito di riportare alla luce liriche divenute quasi introvabili e condivise generosamente con il pubblico presente e ha permesso di tracciare un profilo preciso del ruolo che queste donne ebbero nell’intessere importanti dialoghi con letterati e artisti del loro tempo, contribuendo ad animare il dibattito culturale di allora.
Opere controcorrente
Una sorta di indagine che ha permesso di conoscere, nel corso della serata, la figura di Paola Masino il cui romanzo “Nascita e morte della massaia”, che descrive la ricerca disperata di un’identità “altra”, rispetto agli stereotipi femminili dell’epoca, da parte della protagonista, venne stroncato dalla critica di regime ma che non le impedì di continuare a essere una scrittrice eclettica e assai prolifica.
Traferitasi a Parigi dove visse in povertà (rinunciando spesso ai pasti per poter acquistare libri) insieme al compagno di una vita, lo scrittore Massimo Bontempelli, conobbe Pirandello, Picasso, Valery, Palazzeschi, partecipando pienamente alla vita e al dibattito culturale dell’epoca, tanto da definire Parigi, in una lettera indirizzata a sua madre “vero crogiuolo di intelligenza”.
Tra le belle immagini dell’epoca proiettate durante l’evento, che hanno permesso di attribuire ogni lirica a un volto, vi era anche quella di Piera Oppezzo, dallo sguardo intenso e pensoso che la Palombelli ha presentato come un’intellettuale con un bisogno spirituale dell’altro che non ha trovato riscontro nella realtà sociale circostante e la cui poesia è stata definita “un piacere raffinato per pochi”.
Durante la serata si sono susseguiti altri volti, altre opere, altre storie di poetesse che hanno avuto il merito di lottare per affermare il proprio pensiero e le proprie passioni e che, grazie a questo singolare evento, sono state riportate alla luce in tutta la bellezza dei loro versi e delle loro affascinanti vite.