Una delle prime domande che scaturiscono dalla lettura di questo volume potrebbe essere legata al più che diffuso shopping on line. Ci si potrebbe chiedere che fine faranno le librerie. E quel particolare mondo costituito da individui provenienti da culture differenti ed età diverse che si aggirano nei loro meandri. In quelle architetture di muri di carta e copertine a volte seriose, più frequentemente sgargianti. In cerca di pensieri scritti. Tutti uniti da un brand inequivocabile e da una divisa precisa: quelli del frequentatore della pagina scritta.
In un ambiente ancora tangibile.
“Una vita da libraio”, trama
Lo scrittore Shaun Bythell ha pubblicato in Italia “Una vita da libraio” (Einaudi, pagine 378) il 7 marzo 2018. La storia che scorre fra le pagine del romanzo è agevolmente associabile a certe opere di Renè Magritte. Là, come ricorderanno gli appassionati del pittore surrealista, lo spettatore è spesso messo in contatto con il paradigma del “quadro dipinto nel quadro”. Qui, anche se con intenti diversi, si è di fronte a un libro che parla di libri. E, soprattutto, di librai. In sostanza si tratta delle speranzose peripezie che un gestore – il libraio del titolo – sperimenta all’interno della sua rivendita di libri – ormai ribattezzate, nel terzo millennio, “store” o più precisamente “bookstore” – alla quale ha assegnato il titolo di The Book Shop.
I personaggi
Il narratore Shaun Bythell, in “Una vita da libraio”, affida sicuramente un messaggio in bottiglia al mare frequentato dai lettori sagaci. Chiede attenzione verso il mondo dei libri. Insomma, nell’era di Amazon, presenta un individuo che non si arrende. Il suo personaggio principale non è un libraio: è “il libraio”.
Una sorta di eroe che, verosimilmente, è pronto a combattere a oltranza. Fino all’ultima interiezione che gli rimanga nella faretra. Senza cedere di un millimetro. Ma Byttell è armato anche di ironia. Quindi e con scrittura vaporosa, immette nel flusso del suo racconto alcune figure memorabili per le loro pretese. Così, si avranno a disposizione i battibecchi quotidiani che l’eroico protagonista deve sostenere tutti i giorni con l'unica impiegata.
Perennemente in tuta da sci. O si potranno seguire i complimenti di chi entra in libreria solo per complimentarsi per l’originale vetrina. Salvo rendersi conto, poi, che il secchio così osannato – e apparentemente esposto – altro non sia che un rimedio contro il tetto bucato.