Come sempre – basterebbe guardare all’opera di, per esempio, Sigmund Freud – la Grecia classica e il suo sterminato patrimonio mitico sono ricchi di strumenti culturali adatti a veicolare concetti. In questo caso, il tema da sceverare e rendere più appetibile al lettore distratto dagli innumerevoli e cangianti paesaggi del terzo millennio, è il mito del viaggio. Ovviamente, un viaggio – ogni viaggio, verrebbe da precisare – ha un luogo di partenza. E uno di arrivo. Insomma, non si può prescindere dalla meta. Diversamente sarebbe un vagabondare.

Un andare raminghi senza grandi o piccole speranze di trovare un porto nuovo. Il cambiamento che illumina.

Tra mito ed epica

La scrittrice Andrea Marcolongo ha pubblicato “La misura eroica” (Mondadori, pagine 208) il 6 marzo 2018. È, questa sua nuova opera, una sorta di continuazione del lavoro precedente. Quel libro si chiamava “La lingua geniale”. E come in quella, l’ambiente che permea la narrazione della recente pubblicazione, è il mondo greco. Un universo storico che, tuttavia e pur lontanissimo cronologicamente, l'autrice coniuga puntualmente con la contemporaneità. D'altronde, è questo fil rouge che rende interessante il Libro di Andrea. La scrittrice chiede ausilio culturale all’epica.

Più precisamente, a quella descritta da Apollonio Rodio nelle Argonautiche. È così che Itaca è raggiunta. I personaggi leggendari che coprono il ruolo di eroi – gli intrepidi viaggiatori – sono i più che conosciuti Giasone e Medea. Sono essi che programmano e, quindi, realizzano il viaggio rischioso che scorre tra le pagine.

Percorrono il mondo e pur tra mille insidie, riescono a ritornare al punto di partenza. A casa. E più ricchi dentro.

“La misura eroica” come metafora

Vale la pena, a questo punto, chiarire il concetto legato alla definizione che funge brillantemente da titolo al volume. Insomma, a cosa fa riferimento “La misura eroica”. Chi ha già compiuto un certo percorso della propria esistenza, probabilmente, dovrebbe averne già sentore.

Basterebbe dirigere lo sguardo a quello che si era l’altro ieri. Magari, l'impressione è che tutto sia sostanzialmente immutato. Almeno nei tratti salienti. È ovvio che non si cambi del tutto. Tuttavia e a uno sguardo acuto non potrebbe sfuggire la realtà. Il fatto è che a nessuno è permesso di deviare da un percorso universale esente da quell’energia“La misura eroica” – che spinge in avanti. E traghetta verso una nuova consapevolezza. Verso l’età adulta.