Nell'intervista concessa al Corriere della Sera a marzo, i Baustelle avevano commentato l'uscita del loro nuovo disco, "L'amore e la violenza volume 2". Commento accompagnato dalla una denuncia di Francesco Bianconi nei confronti della musica indie che si sarebbe venduta al pop, e al successo mainstream dei grandi numeri. Troppa facilità nella musica indie italiana. Come se non l'avessimo già notato nel crollo pop di molti musicisti di cui l'emblema può essere solo Tommaso Paradiso, passato direttamente dagli anni '80 degli album Vecchio e Fuoricampo al lamento pop estivo di Riccione.

Al contrario, i Baustelle si considerano da sempre una band indie, nonostante il contratto con Warner Music Italia.

L'identificazione

Contratto curioso perché giustamente la musica indipendente, per definizione, è quella corrente musicale che in senso ampio non è sottoposta ad una delle major, ovvero le etichette musicali maggiori che gestiscono gran parte degli artisti presenti sulla scena musicale. Ad oggi però pare essersi sviluppato, più che un senso formale, un forte connotato identificativo. Così, quando pensiamo alla musica indipendente, non siamo semplicemente di fronte ad artisti che hanno scelto una casa di produzione differente, bensì di fronte ad un vero e proprio fenomeno che consta di, più o meno concordanti, caratteristiche differenzianti.

Così, seppur è vero che non possiamo parlare dell'Indie come un vero e proprio genere, in quanto al suo interno si sviluppano diversi modi di fare musica - dall'indie pop all'indie rock, etc. - , pare che ad oggi ci siano degli elementi comuni che ci permettono più o meno velocemente di indentificare una canzone indie.

Ma di cosa parlano le canzoni indie?

Che esse siano pop o rock, che il ritmo sia incalzante o leggermente più melodico, pare che tutte abbiano in comune quantomeno alcuni specifici punti. In primo luogo le canzoni indie appaiono per lo più socialmente impegnate: si muovono su temi rilevanti a prescindere dal modo di esprimersi e dalle parole usate.

Dalla disoccupazione giovanile, alla violenza, al senso di ribellione per le etichette sociali, al desiderio di differenziarsi che talvolta può apparire persino forzato o inevitabilmente necessario. Ed è su questo punto che intendiamo soffermarci: se fino a pochi anni fa, guardavamo alla musica indie,considerandola come una sorta di musica di nicchia, per pochi alternativi, oggi sembrerebbe essere considerata proprio uno degli strumenti che omologa nel desiderio di differenziare.

Il conformismo: un fenomeno quasi inevitabile

Pare necessaria una lieve digressione sul concetto di conformismo e sul suo inevitabile modo di operare. Per quanto ad oggi possa sembrare una parola tendenzialmente negativa, il conformismo è di fatto un fenomeno sociale assolutamente necessario e talvolta inevitabile.

Esso infatti non è semplicemente il frutto del desiderio di “fare come tutti fanno”. La sua esistenza è a volte persino nascosta alla nostra mente e causata da fenomeni psicologici che non siamo in grado di controllare consapevolmente. Dunque, per quanto anche il più duro a cedere alle norme conformi della società possa sforzarsi di essere sempre il “diverso della situazione”, è bene che si sappia che persino lui non sfuggirà a questa dinamica. In senso formale, quando parliamo di conformismo ci stiamo riferendo ad atteggiamenti o comportamenti tendenti all'omologazione a opinioni e azioni socialmente determinati.

Perché è impossibile non conformarsi: Solomon Asch

Solomon Asch fu uno dei pionieri delle ricerche sul conformismo e sull'obbedienza alle autorità.

In una delle sue ricerche, evidenziò proprio il potere incontrollato e onnipresente delle dinamiche di conformismo. Asch elaborò una minuziosa ricerca basata sulla percezione: presentò ad un piccolo gruppo l'immagine di una linea di una data lunghezza. Dopo averla tolta, presentò altre tre linee, chiedendo ai soggetti di individuare quale tra le tre presentate avesse la lunghezza più vicina alla prima linea che era stata mostrata. La differenza di lunghezza tra le linee era molto marcata ed evidente.

Tuttavia, il gruppo di riferimento era composto da complici dello sperimentatore, eccetto un solo soggetto inconsapevole, che constitua il vero soggetto di ricerca. I complici erano addestrati a rispondere in maniera errata.

Così, se la risposta giusta fosse stata la A, tutti i complici dello sperimentatore avrebbero risposto B. Nonostante il soggetto inconsapevole fosse abbastanza certo della propria risposta, la tendenza era quella di uniformarsi al gruppo, dando la stessa risposta sbagliata. La maggior parte dei soggetti sottoposti all'esperimento rispose in maniera sbagliata, pur sapendo di stare sbagliando, ma con la risposta che tutti avevano dato.

Perché desideriamo differenziarci

Posta dunque la valutazione sul significato del conformismo ed il modo in cui esso funziona, parleremo adesso del perché sembra oggi essere tanto importante per gli esseri umani avere la possibilità di differenziarsi e di sentirsi unici.

C'è un presupposto fondamentale: il senso di identità e di unicità è imprescindibile per la sopravvivenza dell'essere umano. Avere un'identità propria che permetta di sentirci diversi dagli altri, da la possibilità di affermarsi come unici in quanto diversi da altri. È un po' il senso del funzionamento delle dinamiche intergruppi e delle lotte tra diverse fazioni.

Anche in questo caso, essere diverso dagli altri mi permette di sentirmi più coerente con il mio essere e dunque di consolidare il mio senso di esistenza e efficacia. Gli strumenti e le strategie messe in atto per compiere questi atti di ribellione sono innumerevoli: dal modo di vestire, alle scelte di carriera, all'acquisto di prodotti, sino al modo di esprimersi e parlare e, come abbiamo visto, anche le scelte musicali.

Se tutti sono dunque guidati dal desiderio di sentirsi diversi, paradossalmente avremo un effetto boomerang: le scelte alternative finiranno per diventare le scelte di massa, proprio come accade ultimamente per i gusti musicali. Tra i fenomeni moderni che appaiono più rilevanti nel nostro decennio troviamo episodi come il rifiuto della religione in quanto rappresentativa di un'etichetta di massa, la diminuzione del numero di votanti in quanto atto di conformismo di gruppo, la scelta di abiti sempre più provocatori come segno di ribellione e tante altre scelte anticonformiste mirate a segnalare il senso di differenziazione da “tutti”.

L'essere unici

La nostra unicità, come è ampiamente dimostrato da innumerevoli ricerche psicologiche, risiede nel nostro essere.

Manifestare i propri gusti, le proprie scelte, i propri atteggiamenti, anche se queste talvolta concordano con le scelte dei “più” è il vero e unico modo per sentirsi diversi ed inimitabili. Forzare le scelte in base al desiderio di essere diversi è forse da considerarsi come il più grande atto di conformismo degli ultimi anni.

#IlSuperuovo