I films raccontano delle storie, ma che la loro stessa realizzazione intrecci il fiabesco è piuttosto raro. Dammi una mano, movie di Raffaella Covino, regista e sceneggiatrice di Perugia, tre anni fa era solo un'idea ed è divenuto opera cinematografica grazie ad un progetto in crowdfunding, innovativo e rivoluzionario, che prevedeva l'invito ai sostenitori, rigorosamente umbri, all'acquisto anticipato del biglietto per raccogliere i fondi necessari alla produzione. Operazione riuscita, proseguita successivamente in un secondo step che si è avvalso della collaborazione gratuita di 300 professionisti e fra loro David Riondino che ha scritto la colonna sonora.

Mostrare le bellezze storico-architettoniche dell'Umbria è stato l'obiettivo del lungometraggio che, in effetti, è decollato verso svariati Festival Internazionali del Cinema ottenendo ovunque prestigiosi premi come il Premio Speciale della Giuria Remi a Houston, i premi per i Migliori Costumi e Miglior Premio Estero della Commedia a New York oltre agli altri ampi riconoscimenti incassati a Londra, Parigi, Varsavia, Hollywood, fino al Film Festival Internazionale di Calcutta. Un risultato che Raffaella Covino non esita a definire un piccolo miracolo, rinnovato nel ringraziamento al numeroso pubblico che lo scorso lunedì 11 giugno 2018 al cinema dei Giardini del Frontone ha riempito lo spazio all'aperto per riassaporare, nella circolarità dei successi, il gusto del film emanazione del territorio e per questo definito una produzione "a chilometro zero".

Che cosa racconta Dammi una mano

Il capogiro emozionale del registro filmico spiega che cosa può essere e diventare una donna, spensierata e senza problemi, come mostra l'immagine ammiccante della locandina, oppure sprofondata nella disgregazione di una vita prima vaporosa e felice. La protagonista è Caterina, interpretata dalla brava Ilaria Falini che si è aggiudicata l'Award come Migliore Attrice, una psicologa che ha tutto, un compagno, un lavoro solido e buone relazioni sociali.

La situazione si ribalterà improvvisamente con un effetto domino che spezzerà la vita sentimentale e distruggerà il lavoro a causa di uno scandalo e quel che resterà sarà unicamente un disorientato e spaurito contatto con il proprio sè alle prese con il bisogno della ricostruzione. Un parapendio interiore in cui il tragicomico ha la meglio e vince spesso l'arma dell'ironia e della risata.

Lend a hand è il titolo inglese con il quale la pellicola ha fatto il giro del mondo e che allude al fatto che la richiesta di aiuto è istintivamente ricorrente per ogni possibilità di cambiamento. Dammi una mano è stato anche un simpatico appello poichè è importante sostenere le opere dell'ingegno soprattutto se il contributo corrisponde al prezzo di un libro, di un pranzo, di un ticket. La cultura si può diffondere con la partecipazione frazionata e diffusa che include condivisioni di fatiche e speranze e Raffaella Covino pensa già ad un nuovo lavoro da lanciare ancora nell'avventura del crowdfunding, soprattutto perchè la commedia sembra il sale delle situazioni sul set e nella vita.