Chiude il 9 settembre una mostra dal titolo 'Il coltello nella carne' al Pac (Padiglione d'Arte Contemporanea) di Milano. 30 artisti brasiliani dagli anni 70 in poi espongono 50 opere di denuncia della realtà brasiliana. Il titolo 'Il coltello nella carne', 'Navacha na Carne' in portoghese, è il titolo di un'opera teatrale dello scrittore Plinio Marcos, che molto si è battuto contro la dittatura.
Le 50 opere esposte sono state curate da Iacopo Crivelli Visconti e Diego Sileo e denunciano a chiare lettere i tanti problemi del Brasile, primo fra tutti la povertà e la corruzione.
Interessante è il cortometraggio 'Canoas' (2010) di Tamar Guimaraes, che ritrae la villa lussureggiante ed elegantissima disegnata dall'architetto Oscar Niemeyer nel 1951 per la sua famiglia, meta degli incontri di quella generazione di fascia alta che viveva a suo modo la contestazione degli anni Sessanta e Settanta. Sullo sfondo si vede il personale di servizio, perlopiù meticci e uomini di colore , quasi a ripetere il solito clichè di subordinazione e semischiavitù di certe etnie sottoposte allo sfruttamento dei bianchi più ricchi.
Le opere in mostra a Milano
Molto interessanti i disegni di frutta esotica di Maria Thereza Alves, che sfilano in una parete in alto con sotto la scritta 'This is not an Apricot' .
Essi si ispirano ad un aneddoto relativo ad un venditore che ai margini della foresta amazzonica vendeva vari frutti della foresta; a chi chiedeva di che frutta si trattasse, rispondeva sempre che erano albicocche. I tanti tipi di frutta che la foresta produceva erano ridotti ad un unica specie, le albicocche.....Forse non sapeva o non voleva confondere le idee ai compratori, che ignoravano totalmente l'esistenza di quella frutta.
Altra opera che vale la pena di menzionare è la grande testa nera di Carmela Gross (1946), che compare appena si entra. Per l'artista questo è un 'oggetto-allestimento', montato su ruote che ne rendono possibile lo spostamento sull'asfalto. La grande testa rivolta verso l'altrove, di cui si possono ammirare i lunghi capelli neri, ha un enorme e irriverente valore metaforico sul colore della pelle e sulle razze che abitano il Brasile.
Ma l'opera più incredibile è la collezione e l'ordine cronologico con cui sono disposti i campioni di carotaggio di sondaggi geotecnici che le compagnie di costruzione hanno usato per realizzare le grandi e nuove città del Brasile, prestati all'artista Daniel de Paula, autore dell'opera. La cementificazione e la distruzione del paesaggio naturale sono i costi della modernità, ma anche del fallimento di un progetto di sviluppo democratico ed equo. Gli investimenti nascondono dinamiche di corruttela inaudite; la fine che ha fatto il presidente Lula, con una condanna a 9 anni, trasformata a dodici, per un uomo che a parole prometteva giustizia ed equità, ne costituisce un esempio. Di tutto questo gli artisti presenti al Pac fanno esplicita denuncia. Per il Brasile una voce genuina ci giunge insomma proprio dal mondo dell'arte.