"Offriamo al mondo questo lavoro, condiviso con tutto il cast, con l'invito alla meditazione per trovare insieme delle vie d'uscita". E' stata questa una delle prime affermazioni del regista britannico Paul Greengrass dopo la proiezione di oggi per la 75^ Mostra del Cinema di Venezia del suo ultimo film "22 July", data che segna nel titolo la memoria del feroce atto terroristico, causa di 77 morti e 200 feriti, avvenuto il 22 luglio 2011 contro una residenza estiva per studenti in un'isolotto nei pressi di Oslo. Tra le opere in concorso, il film affronta la tematica del terrorismo con analisi documentaristica tratta dal saggio di Asne Seierstad "One of us", che ripercorre i terribili avvenimenti ed ispira la sceneggiatura, oltre che dal confronto diretto con le associazioni dei familiari delle vittime.

"La strage è stata compiuta da un giovane norvegese aderente a movimenti di estrema destra, anche se la sua fu un'azione solitaria - ha puntualizzato Greengrass - ed il nostro obiettivo è stato quello di non eccedere nella rappresentazione degli aspetti violenti, ma di raccontare ciò che è avvenuto successivamente, la reazione delle istituzioni democratiche per non risultare travolte. Se i fatti avevano dimostrato che il terrorismo e la farneticazione potevano nascondersi in un cittadino qualsiasi , ciò che serve tuttora è la strategia inversa, l'antidoto della razionalità della discussione pubblica per la salvaguardia della democrazia".

Un messaggio internazionale

Anders Danielsen Lie è l'attore che presta il suo volto alla lucida follia del terrorista, un ruolo difficile - come è stato spiegato - ma necessario per rinnovare il ricordo di una storia locale, accaduta in Norvegia, sul piano internazionale.

Greengrass ha ribadito che la china odierna dell'Europa è molto allarmante poichè "asserzioni inserite negli atti del processo successivo ai fatti che hanno investito il capoluogo norvegese e riconosciute come estremiste, oggi fanno parte ordinariamente del contraddittorio politico", attribuendo questo declino a "fattori individuabili nella crisi economica esplosa nel 2008, alla restrizione di occupazione e salari e alla paura del movimento migratorio.

Argomenti intorno ai quali la riflessione dovrebbe ispessirsi, da non considerare dei "tabù" e da rivolgere soprattutto ai giovani. "22 July" è prodotto da Netflix e sarà diffuso dalla rete con la finalità di essere vicino al mondo giovanile poichè è mia convinzione - ha chiosato il cineasta - che il Cinema è certamente un'espressione artistica ma è anche uno specchio di quanto ci accade intorno.

Questa è la "mission" che mi guida fin dai miei primi lavori maggiormente conosciuti, come "Bloody Sunday" e "The Bourne" dell'inizio del Duemila".

L'omaggio ai sopravvissuti

Il film si avvale di bellissime fotografie con l'ambientazione della natura norvegese a far da contrasto all'irruzione della sopraffazione violenta ed il montaggio delle scene sembra favorire la profondità del punto d'osservazione che è anche sufficientemente staccato, mai patetico. Jonas Strand Gravli è il bravissimo giovane attore che interpreta uno dei gravi feriti sopravvissuti. "Il mio intento - ha spiegato - è stato quello di rendere onore alle vittime sapendo trasmettere il valore della loro testimonianza e rispettando il dolore delle famiglie che ho incontrato".

Delicatezza e forza dimostrano anche le interpretazioni femminili di Maria Bock e Seda Witt. Il lungometraggio propone 143 minuti di coinvolgimento per lo spettatore inducendo il messaggio che ogni sintomo di vita si conserva nella forza della ragione, degli affetti, dei progetti, persino dei sogni.