Gianluca Calvino, editor e docente di scrittura creativa nonché autore del libro 'Colpa di chi muore', è da anni attivo nel mondo culturale partenopeo e da circa 8 anni fondatore del collettivo letterario Gruppo 9. 'Colpa di chi muore' è il suo romanzo d'esordio, un giallo psicologico che verrà presentato martedì 16 ottobre, dalle ore 18:00 alle ore 19:30, presso la Libreria Mondadori Pompei. Il suo è un noir sui generis dallo stile ironico da leggere tutto d'un fiato. In giro c'è un pazzo che si diverte ad ammazzare la gente e qualcuno lo definisce "il killer dei bastoni".

E' un assassino che indica a tutti che la colpa, sulla sua cattiva strada, è sempre di chi muore. Abbiamo intervistato Gianluca Calvino in occasione di questa prossima presentazione del suo romanzo. Di seguito le parti salienti di ciò che ci ha riferito l'autore.

Intervista a Gianluca Calvino

Ci sono scrittori metodici che stilano scalette e rileggono mille volte i loro scritti, mentre ci sono autori che scrivono frasi su frasi, fino a comporre un romanzo. Lei che tipo di scrittore si definisce? "Non sono sicuramente uno scrittore metodico. Non sapevo sin da subito cosa sarebbe venuto fuori. Diciamo che il mio metodo è simile a quello di Agatha Christie: la creazione dei personaggi, la scelta della vittima e poi in corso d'opera ho deciso chi sarebbe stato l'assassino e come si sarebbe svolta la trama".

Lei è un appassionato di gialli psicologici, qual è il libro letto di questo genere a cui è più legato? "E' difficile rispondere a questa domanda. Se dovessi sceglierne proprio uno, sceglierei 'L'uomo di neve', romanzo giallo dello scrittore norvegese Jo Nesbo".

Oltre a scrivere lei è anche editor e docente di scrittura creativa, come riesce a far convivere le due cose?

"Non è stato facile. Nel ritrovarsi dall'altra parte ci sono delle difficoltà maggiori, bisogna superare l'autocensura ed è un po' quello che suggerisco durante le mie lezioni. E' stato comunque divertente scrivere una storia stravolgendo i soliti canoni del genere".

Che consigli si sente di dare a tutti gli aspiranti scrittori?

"Quello più banale, quello di leggere il più possibile. Consiglio di essere meno severi e la fase della correzione deve essere successiva; bisogna scrivere tanto, quasi tutti i giorni senza autocensurarsi".

Ricollegandoci a quanto ha detto circa il dover leggere il più possibile, ci sono scrittori che reputano sia necessario non leggere prima della stesura di un romanzo per non essere influenzati. E' d'accordo? "Sono in disaccordo. E' giusto non copiare, ma è impossibile non subire l'influenza di ciò che viene letto. E' come voler fare il giornalista senza leggere mai un giornale, diventa necessario anche per un minimo di formazione".