L’umanesimo riuscì a trovare la giusta epoca per il suo sviluppo in un arco temporale che va dalla metà del quattordicesimo secolo al sedicesimo; o, con un’oscillazione temporale più ampia, dal tramonto del Medioevo agli albori dell’età moderna. È in questa stagione che a Firenze e in altri centri matura una spinta verso il rinnovamento. È tempo di cambiamento: letterario, politico, economico e artistico. Il Rinascimento (che significa anche Rinascimento in Europa, che segue quello italiano) è in buona parte simboleggiato, nella precipua categoria delle arti visive, da una triade universalmente riconosciuta: Leonardo, Raffaello e Michelangelo.
Lo scrittore Matteo Strukul, autore di diversi romanzo storici italiani di successo, ha voluto celebrare (anche) questo momento magico dell’umanità con il libro Inquisizione Michelangelo (Newton Compton, pag. 384) pubblicato l'8 novembre. Il protagonista è proprio il demiurgo della Cappella Sistina.
Michelangelo è il protagonista
Scegliere Michelangelo come punto intorno al quale sviluppare una narrazione appassionante ha anche una ragione tattica: la sua pervicace e laboriosa esistenza, che va dal 1475 al 1564, ne fa un testimone attendibile di quell'era di rivolgimenti sociali e artistici. Ma, se il Sole del Rinascimento riscaldava le istanze dell’umanesimo, le lotte e i caratteri (umani, troppo umani, direbbe il celebre filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche) non proprio da spiriti liberi continuavano a imperversare nei luoghi di potere.
Va ricordato che Strukul ha già affrontato il tema rinascimentale nella tetralogia “I Medici”: in quelle narrazioni sono tracciate le storie nate intorno a una delle saghe nobiliari più influenti nell'evoluzione sociale dell'Italia di allora, con conseguenze che vediamo ancora oggi.
Trama del romanzo
Lo scultore è anima tormentata e, in una Roma papalina avvezza alla vendita delle indulgenze, sente ulteriormente il peso di una coscienza che continuamente si ribella a questo status quo e gli procura tumulti emotivi non sempre facili da domare.
Essa, Roma, è la città che ospita questo gigante dell’arte, ma è anche il luogo offeso e violato dai Lanzichenecchi e dal vizio. Michelangelo vagheggia una società che guardi alla purezza evangelica e alla semplicità della vita; è per questo che simpatizza per gli Spirituali, una setta eretica che auspica l’autenticità dell’individuo e non la sua brama di potere.
Tuttavia, l’amicizia che l’artista coltiva con la marchesa di Pescara Vittoria Colonna paradossalmente è interpretata in maniera distorta dai responsabili dell’Inquisizione. Così il capo del Sant'Uffizio, cardinale Gian Pietro Carafa, ordina di tenerlo d’occhio e, nel frattempo, di pedinare l’avvenente Vittoria per scoprire il posto segreto dove gli adepti degli Spirituali si riuniscono. Tra ricostruzione storica e invenzione narrativa, lo scrittore traccia un’avventura che vede la figura di Michelangelo in una nuova luce.