Il reggae è figlio di una delle evoluzioni sonore più importanti del XX secolo. Nato in Giamaica nella seconda metà degli anni '60, nell'arco di un decennio ha raggiunto una fama globale (in particolare nel sottogenere del roots reggae) grazie al successo di Bob Marley. I suoi ritmi sono caldi, avvolgenti ed ipnotici, hanno fatto ballare intere generazioni e continuano a farlo ancora oggi. Ma il reggae è anche il potere della parola, di un messaggio all'insegna di amore, uguaglianza e giustizia sociale. Secondo l'Unesco, questo genere musicale ha contribuito al dibattito internazionale su ingiustizia, resistenza ed umanità e, pertanto, è stato riconosciuto come 'patrimonio dell'umanità'.

Note, suoni e ritmi devono essere tutelati e promossi nel mondo.

I 'profeti' del reggae

L'annuncio del comitato speciale delle Nazioni Unite è arrivato su Twitter. L'organizzazione in questione era riunita nelle isole Mauritius, a Port-Louis.

Dalla Giamaica è dunque arrivato un messaggio positivo per l'intero pianeta, inizialmente portato da Bob Marley negli anni '70, ma anche da altri musicisti come Peter Tosh, Bunny Wailer e Lee "Scratch" Perry che hanno collaborato con il grande artista di Trenchtown, oppure Jimmy Cliff, Gregory Isaacs e The Congos, per non parlare dei rastamen africani Alpha Blondy e Lucky Dube.

Tutti hanno contribuito a diffondere la cultura del reggae nel mondo insieme al messaggio di pace e rispetto dei diritti umani. Si tratta di un genere musicale che nasce essenzialmente dal grido disperato di una parte dell'umanità, stanca di restare in un limbo che il 'civile' e decadente occidente ha definito con superficialità 'terzo mondo', come se ci fossero più mondi alternativi all'unico che in realtà abbiamo.

E questo messaggio, impresso nelle note, ha conquistato gli altri mondi, riunificandoli tutti nell'unico esistente. Indubbiamente Marley è stato il primo ed autentico 'profeta' di questo genere musicale e le sue canzoni sono un misto di religiosità e tradizione popolare, misticismo ed impegno di lotta profondamente legata a quella che era la Giamaica nella sua epoca, ma facilmente esportabile a livello universale.

In queste note si sono riconosciuti migliaia di giovani ed il messaggio di Bob Marley, oggi, resta incredibilmente attuale. Lui stesso è uno di quei miti che resiste al tempo e questa decisione dell'Unesco suona come un meritato riconoscimento postumo per uno degli artisti più carismatici di ogni epoca.

L'influenza negli altri generi musicali

L'invasione inarrestabile ha permesso anche ad altri generi musicali di evolversi. Dagli anni '70 in poi, grazie allo straordinario successo mondiale di Bob Marley, il reggae è uscito rapidamente dai confini della Giamaica sbarcando negli Stati Uniti ed in Europa. Generi come punk o rap ne hanno subito l'influenza, il rap in particolare senza il reggae di Kool Herc probabilmente non sarebbe mai nato.

Pensiamo anche a gruppi di successo degli anni '70 ed '80 come i Police le cui sonorità hanno attinto alla fonte della musica giamaicana. Cantautori come Bob Dylan, Paul Simon ed i nostri Roberto Vecchioni e Francesco De Gregori ne hanno tratto ispirazioni in alcuni lavori, per non parlare di moderni tormentoni come l'ultimo successo dell'estate dei Boomdabash insieme a Loredana Berté. La stessa Berté, molti anni prima, aveva eseguito in perfetto stile reggae un tormentone degli anni '80 come 'E la Luna bussò...'. Sono tanti i musicisti che si sono cimentati nelle calde note del reggae, perché la sua è una contaminazione benevola e suadente che rispecchia il destino stesso del genere umano: quello di confondersi per migliorarsi.